Chi sta vincendo militarmente nello scontro tra zeloti e palestinesi guidati da Hamas?
Il 7 giugno scorso sono trascorsi otto mesi dall’azione di Hamas che ha riacceso lo sontro aperto contro l’esercito zelota (quello strisciante perdurava senza grande copertura dei mass-media).
Avevo già scritto che una valutazione del conflitto deve essere fatta allo scadere dei nove mesi di guerra (“palestina-israele: vittoria strategica e vittoria sul campo”), per l’esattezza a metà luglio prossimo perché per dopo quella data il conflitto sarà il più lungo da quello del 1948, che consentì la costituzione dello stato zelota.
E’ fallito per ora l’obiettivo vero del governo Netanyahu che era e rimane la pulizia etnica dei palestinesi da Gaza, questo per vari motivi, e dato che per i colonialisti messianici è obiettivo imprescindibile, essi perdurano nell’azione militare nonostante varie conseguenze negative, che valuterò più avanti.
E’ fallita per ora la distruzione di Hamas a Gaza, obiettivo fintamente argomentato come quello per cui si è intrapresa la guerra a Gaza, dove Hamas ha dimostrato militarmente di operare con intelligenza ed essersi organizzato per tempo.
E’ fallito l’obiettivo zelota di liberare gli ostaggi/prigionieri militari, anzi assassinandone molti tramite i loro bombardamenti, suscitando opposizione nello stato colonialista: la recente liberazione di quattro ostaggi/prigionieri non cambia lo stato delle cose.
E’ fallito l’obiettivo di far sciogliere l’UNWRA con accuse false che hanno fatto tagliare i fondi a questa organizzazione ONU, e fallendo questo obiettivo gli zeloti, non solo non sono riusciti a interrompere gli aiuti umanitari (gli zeloti comunque ne impediscono l’arrivo sperando nella morte per carestia dei palestinesi), ma non sono riusciti nella loro operazione di eliminare l’istituto che riconosceva i palestinesi come profughi dal 1948, perché questa organizzazione è la dimostrazione e la memoria internazionale dell’illegittimità del loro stato per quei confini ampliati con la violenza e non riconosciuti dall’ONU ( ovvero solo quelli stabiliti nel 1947), con la relativa pulizia etnica.
L’azione disumana dell’esercito zelota e dei coloni in West-Bank, la loro mancanza di empatia, ha suscitato una reazione di protesta nel mondo che non si è esaurita, anzi perdura e viene repressa dai governi atlantisti, servili al loro dominus yankee che sostiene il suo “mastino” razzista in Medio Oriente.
Anche il dominus yankee ha problemi al proseguimento della guerra a Gaza, barcamenandosi tra l’invio di armi ai genocidi e proporre accordi di pace, perché minato negli USA nella possibilità di rielezione di un presidente senescente (la sua alternativa è della stessa pasta), situazione che per le contestazioni mette in difficoltà il sostegno pieno agli zeloti.
Anche la proposta di tregua degli USA e votata al Consiglio di Sicurezza dell’ONU appare più un tentativo di allontanare le critiche verso il governo Netanyahu che una volontà convinta per giungere al cessate il fuoco, perché gli zeloti sono indifferenti a questa iniziativa diplomatica, perseguendo ostinatamente l’azione militare, esplicito nel non rispondere all’iniziativa dell’ONU e nel voler mantenere comunque il controllo dei due valichi con l’Egitto e il corridoio Philadelphi, il cui scopo è bloccare/rallentare gli aiuti alimentari verso la popolazione di Gaza (la volontà genocida): Hamas a queste condizioni non può accettare la tregua anche se si è detta favorevole perché non cambia la situazione di carestia e di invivibilità di Gaza .
Il perdurare della guerra, nonostante il servilismo dei mass-media atlantisti, comincia a mostrare crepe nella narrazione a senso unico, e sono sempre più spesso trasmessi servizi che svelano la natura razzista degli zeloti, mentre il resto del Mondo guarda e critica un occidente dal falso e doppio standard.
Questa critica del Mondo non-atlantista è evidente sia nei voti all’ONU sulla questione “Gaza”, sia nell’azione di questi governi, a partire da quello del Sudafrica, che ha potato lo stato zelota a essere processato e condannato per genocidio (senza usare questa parola) presso la Corte di Giustizia Internazionale (ICJ), azione sostenuta via via da altri governi, sia nella richiesta di giudizio per genocidio del governo zelota presso la Corte Penale Internazionale, che dopo molto tergiversare è stato richiesto dal promotore di accusa l’arresto di Netanyahu e Gallant (per i vertici di Hamas era scontato li affiancassero, ma questi non sono i rappresentanti di uno stato membro dell’ONU), corte che per ora tergiversa, con in più il governo della Spagna, membro della NATO, sbeffeggiato dai razzisti messianici, che si è aggiunto alla richiesta del Sudafrica, minando il muro di sostegno atlantista (gli yankee sanzioneranno la Spagna e il suo governo? E se sì con quali conseguenze?).
Sempre come conseguenza delle azioni genocide dell’esercito zelota, l’ONU ha incluso lo stato zelota nella lista dei paesi canaglia che commettono atti criminali contro i bambini, palestinesi segnatamente.
L’intransigenza genocida degli zeloti, invece di portagli risultati, ha suscitato sdegno e riprovazione non solo tra i cittadini comuni nel Mondo, ma ha messo in opposizione anche molti governi, rendendo concreta quella azione di solidarietà al popolo palestinese chiamata BDS (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni), a partire dalle Università e dalla richiesta di esclusione del paese razzista messianico da organizzazioni sportive e non e con il coinvolgimento di molti governi di paesi a maggioranza cristiana, quindi non solo i mussulmani sono solidali.
L’aspetto più negativo del BDS per gli zeloti è il riconoscimento dello Stato di Palestina, riconoscimento che ha visto aggiungersi governi europei e atlantisti, facendo diventare un gruppo molto ristretto i sostenitori acritici egemonizzati dal governo yankee (come quello italiano, qualsiasi sia la maggioranza, sempre proni e obbedienti al dominus americano): questa situazione perdurerà anche se si arrivasse a un cessate il fuoco e per questo estremamente negativo per i razzisti messianici.
Che giudizio dare a questa situazione.
Le conseguenze negative per il governo zelota, come si è detto, sono specialmente per le ripercussioni “esterne” (vedi il BDS), ma anche all’interno del loro stato razzista vi sono ripercussioni, perché si è dimesso il ministro “razzista moderato” Gantz, evidenziando come questa componente politica percepisce potenzialmente deleteria l’azione del governo messianico, quindi esistono due visioni sioniste, quella di Gantz, Lapid e altri, che si accontentano dell’apartheid e quella del Lykud e dei colonialisti messianici sordi a ogni ipotesi diversa dalla pulizia etnica.
Avevo argomentato nel precedente intervento, riprendendo una valutazione che ha proposto un altro analista di cui non ricordo il nome, che nello scontro militare tra un soggetto forte e uno debole ( e in questo caso gli zeloti hanno uno degli eserciti meglio armati e con armi atomiche, mentre i palestinesi si devono limitare alla guerriglia), il soggetto forte vince solo se annienta il debole, mentre il debole vince se non si fa distruggere.
La situazione attuale vede il fallimento degli obiettivi strategici e tattici degli zeloti e la non distruzione di Hamas, quindi allo stato attuale si profila una sconfitta strategica dei colonialisti messianici, con quali conseguenze è il caso di aspettare il prossimo mese per una valutazione più fondata.
*Anpi Trullo-Magliana, Roma
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Giovanni
Da sostenitore di Israele, leggo sempre con un certo sorriso articoli dove si continua a parlare del “fallimento militare israeliano” senza dare nessuno spazio al fallimento militare degli arabi musulmani palestinesi o di altra etnia : l’esistenza stessa di Israele
È verissimo che il debole vince se riesce a non farsi distruggere dal forte, e infatti la vera vittoria di Israele non sta nel distruggere Hamas ma nel continuare a esistere e resistere ai continui assalti promossi e perpetrati dalle centinaia di milioni di arabi islamici che vivono intorno a Israele.fin dalla fondazione di Israele nel 1948.
Se al termine di questa guerra Israele continuerà ad esistere, Hamas e il Jihad islamico, Hezbollah e Khamenei avranno fallito. I musulmani avranno fallito,
oggi esattamente come in passato. È Israele il debole, per una questione di numeri ed estensione, rispetto al numero e all’estensione dei suoi nemici. E l’idea di uno stato di Israele ha dimostrato di sapere resistere attraverso i millenni. E pochi milioni di ebrei hanno tenuto testa alla violenza e al fanatismo della miriade di islamici che vivono intorno. Ieri come oggi, oggi come in futuro Mosè è grande.
Redazione Roma
Israele continuerà ad esistere perchè nessuno l’ha messa in discussione. I palestinesi, al contrario di quanto riporta la propaganda israeliana e sionista, parlano di due stati per due popoli o di uno stato unico binazionale. Ma tale ipotesi non è contemplata dalla politica israeliana. Non sappiamo cosa ci sia di eroico nell’essersi messi contro tutti i paesi e i popoli – tranne i governi USA e di qualche stato europeo – per riaffermare con la violenza la propria supremazia nella regione. Se poi c’è ancora bisogno di Mosè….è tutto dire
Vannini Andrea
giovanni sostiene l’ entità sionista-fascista. sostiene cioè quella mostruosa creazione dell’imperialismo che é uno “stato” terrorista, criminale e assassino. cioè fascista. perseguire l’ obiettivo genocidario é fascismo, non altro. quanto alla esistenza e alla resistenza di questo cancro, é stata possibile solo grazie alla sua natura di avamposto e appendice dell’ imperialismo sionista e della valanga di dollari sionisti che non sono mai mancati e senza i quali questo tumore cesserebbe di esistere.
Paolo
mose’ era un egiziano e non era ebreo.
quello che mi colpisce ogni volta è l’arroganza, la cecita’ e la mancanza di empatia degli zeloti, che non sono né ebrei né tantomeno israeliti ma razzisti che citano a vanvera la Torah.
lo straniero che vivra’ tra di voi sarà come uno nato tra di voi, lo amerai come te stesso, perché anche voi foste stranieri in Egitto, questo sì è insegnamento della Torah!