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Chi è favore e chi è contro la nuova Guerra Fredda

Circa la Francia il risultato elettorale ha fermato la destra ma, come in Italia, il parlamento è diviso in tre blocchi (e non più in due), nessuno dei quali ha la maggioranza.

Il risultato della Sinistra è stato ottimo, è diventata la prima forza politica, ma io spero che non vada al governo con i macroniani (cioè il Draghi francese), perché questo costringerebbe Melenchon a compromessi al risparmio sui diritti sociali promessi e porterebbe ad un rapido calo di consensi. Meglio che se la sbrighi Macron, magari con un governo tecnico e la sinistra resti all’opposizione, dove può ulteriormente crescere. Una riflessione sulla sorte della Sinistra francese non può prescindere dal contesto internazionale che stiamo vivendo.

È positivo che in Francia sia sopravvissuta la Sinistra del 900, ma questo si è verificato non solo lì. Importanti forze di sinistra esistono anche in Spagna, Portogallo, Germania, Gran Bretagna, Grecia e Italia, si, proprio l’Italia, anche se sono mascherate nell’astensionismo. Non voglio appropriarmi di quell’oltre il 50% di elettorato che non va più a votare, ma almeno la metà è gente come noi, che non vota perché non ha propri rappresentanti da votare. Se si formasse una forza politica anche qui, come quella di Melenchon, prenderebbe almeno il 25-30 % dei voti, che poi è la percentuale presa da Melenchon. Inoltre il Movimento 5 Stelle, persi per strada avventurieri alla Di Maio, poltronisti e opportunisti, è “dimagrito” ma vede ora al suo interno solo gente sostanzialmente di sinistra, tanto che hanno aderito al Parlamento europeo al Gruppo di sinistra-sinistra (The Left).

 Ma l’evoluzione di queste formazioni di sinistra e il ruolo sociale che possono svolgere all’interno delle rispettive nazioni non dipende solo dai processi nazionali. Stiamo vivendo una fase di passaggio da un ciclo storico ad un altro, come alla fine degli anni 80 del secolo scorso, quando con la caduta del muro di Berlino è terminata la terza guerra mondiale (pudicamente chiamata “guerra fredda”), vinta dall’occidente capitalista. Ma da quel momento in poi l’occidente capitalista non ne ha più indovinata una, inebriato da questo successo, è rimasto vittima delle proprie psicosi (che non gli sono state messe in testa da un dio psicotico, no, no, ce le hanno proprio in testa loro e ce le hanno sempre avute).

La fine della guerra fredda poteva inaugurare una nuova fase multipolare del mondo, con accordi e cooperazione internazionale di reciproco vantaggio. Ma tutto questo non è nel DNA dell’occidente capitalista, liberista e imperialista o almeno non è nel DNA delle oligarchie dominanti, delle élite e dei poteri forti, per cui si è scelta un’altra strada: quella della quarta guerra mondiale (pudicamente chiamata “globalizzazione”), cioè la trasformazione del pianeta (o almeno le parti più importanti e appetitose per le risorse in loro possesso) in un unico mercato, con capitale a Washington, costruito intorno al dollaro, al FMI e alla sua succursale BCE. Hanno allucinato (da bravi psicotici) che questa cosa fosse possibile, con i soliti metodi imperialistici: mettendo al governo dei paesi recalcitranti governanti fantoccio e venduti (come Eltsin), promuovendo colpi di stato (come in Ucraina o in Sud America) o, male male che va, inviando Marines e bombardieri.

Ma il resto del mondo ha reagito male per loro, si è organizzato, ha combattuto e alla fine ha vinto la quarta guerra mondiale, i processi di globalizzazione sono (logicamente) falliti, che il resto del mondo, per mangiare e svilupparsi, non vuole adottare il modello americano: questo va bene solo per una piccola ricchissima parte della popolazione, a spese di tutti gli altri. Il modello americano non riesce a dare da mangiare nemmeno agli americani, figuriamoci al pianeta.

Ci sono 18 milioni di barboni in USA e oltre un terzo della popolazione senza assistenza sanitaria, non perché il paese sia povero, ma perché è vittima di una ideologia violenta, incivile e psicotica (cioè il liberismo capitalista). Potevano capirlo subito in occidente che questa guerra non poteva essere vinta, ma le loro psicosi lo hanno impedito.

Poi sono arrivati i BRICS, l’adesione dei più importanti stati asiatici, africani e sudamericani, la necessità di ritirarsi dall’Iraq e dall’Afghanistan, il fallimento generalizzato delle cosiddette “primavere arabe”, il fallimento di sanzioni contro Venezuela, Colombia, Cuba e Bolivia, l’isolamento internazionale dei nazi-sionisti di Israele, il crollo delle torri gemelle, l’attacco militare ai nazisti ucraini da parte della Russia, impedendo l’allargamento della NATO e sfidandola anche militarmente, mettendo fine al mito della sua invincibilità. Ora nuovamente, come a fine anni 80, si discute sul da farsi da parte dell’occidente, si confrontano due ipotesi e due programmi ben diversi:

a) nuovo muro di Berlino, eretto non fisicamente con i mattoni (non si può murare un’area grande 7/8 del pianeta), ma un muro economico, politico, militare, insomma una nuova guerra fredda, per poi ritentare fra qualche anno la globalizzazione di rapina anglo-americana, con le loro colonie europee e asiatiche;

b) una riorganizzazione multipolare del mondo, basata sulla cooperazione, la distensione, il rispetto reciproco e la reciproca convenienza.

A sostenere l’ipotesi a) ci sono le destre affaristiche, i poteri mafiosi, finanziari e del dio denaro, le lobby delle armi e della guerra, i suprematisti bianchi, gli sfruttatori dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sull’ambiente, del ricco sul povero, tutti guidati dal Partito Democratico USA e affini. A sostenere l’ipotesi b) ci sono ovviamente le vere sinistre, i socialisti degni di questo nome, i pacifisti, gli ecologisti. Ci sono anche alcune formazioni di destra nazionalista, non del tutto asservita alle perverse logiche yankee, come una parte dei gruppi di Le Pen in Francia e dei gollisti residuali, Erdogan in Turchia, Orban in Ungheria, Fitto in Slovacchia, la chiesa cattolica di Bergoglio.

A queste formazioni di destra piace fare affari e portare a casa guadagni e profitti: se gli affari si fanno bene da una parte ben vengano, ma se si fanno bene con Russia, Cina, India o Brasile, ben vengano anche questi, sti cazzi. Addirittura componenti importanti del Partito Repubblicano USA sono su questa linea (per cui speriamo che alle elezioni vinca Trump, se ce lo fanno arrivare vivo a novembre).

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