Elettrici ed elettori liguri saranno chiamati alle urne entro il prossimo mese di ottobre in seguito alle dimissioni del Presidente coinvolto in una vicenda giudiziaria salita agli onori di tutte le cronache con il conseguente scioglimento del consiglio regionale.
Si tratterà di una prova molto significativa da un particolare punto di vista: quello della partecipazione al voto.
Non ci saranno rendite di posizione, considerata la situazione in atto.
L’elettorato ligure esce sfiancato da questa vicenda e l’Ente Regione rimane un oggetto misterioso per la gran parte di elettrici ed elettori anche perchè il principale (e quasi esaustivo) fattore di “ricasco pubblico” rimane quello della crisi della sanità pubblica attribuita (giustamente) al favore che la Regione riserva alla Sanità Privata.
La situazione particolare di Liguria elezioni 2024 porta però alla necessità di impostare una campagna elettorale imperniata su :
a) dagli atti fin qui portati avanti dall’autorità giudiziaria appare rilevarsi il profilo di un vero e proprio “sistema di potere” collocato ben al di fuori da un contesto di esercizio della responsabilità democratica. Le scelte fin qui compiute dal Presidente della Regione Liguria nel corso del suo mandato hanno avuto l’evidente destinazione proprio del consolidamento di questo sistema di potere attraverso scelte di carattere corporativo sia sul piano economico sia sul piano delle destinazioni territoriali (ultima in ordine di tempo ma non ultima per importanza quella della destinazione della nave -rigassificatore a Vado Ligure);
b) Abbiamo di fronte un caso “nazionale”: Per quanto descritto fin qui dalla Magistratura ci troviamo di fronte ad una faglia molto più sottile di quella classicamente rappresentata dalla dazione di tangenti che un tempo confluivano genericamente nello “scambio politico”: un filone del tutto interno al mutamento di indirizzo nella concezione di divisione del potere e di annullamento del confine tra il pubblico e privato.
La maggioranza uscente in Regione Liguria ha tentato di giocare la carta di affiancamento della tecnocrazia con il populismo senza colore politico, cercando anche di portare questo schema secondo la magistratura comune anche ad altre amministrazioni locali a dimensione nazionale, ma il tentativo è fallito piuttosto miseramente e non soltanto a causa del consueto intervento “supplente” da parte dell’autorità giudiziaria.
Le elezioni saranno probabilmente decise dalla dimensione che assumerà la crescita del tasso di astensione che dovrebbe essere rivolto prevalentemente a destra: le forze del centro – sinistra chiamate a presentare un’alternativa dovranno cercare prima di tutto di chiamare a raccolta i propri sostenitori “storici” attraverso una definizione molto netta dell’impianto progettuale tra pubblico e privato (sanità/portualità) e nei riferimenti della dimensione territoriale tra Genova e il resto della Regione : è possibile nella situazione attuale della Liguria che la vittoria di una candidatura si determini “in discesa”, tra che perderà meno voti rispetto alla diserzione dalle urne che tenterà molti.
In ogni si tratterà di un passaggio di grande interesse per l’insieme del sistema politico italiano.
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Enea Bontempi
E’ il “modello Liguria”, ossia un “sistema” che registra il grado infimo di imputridimento della democrazia borghese, che condanna il nostro Paese alla stagnazione e che lo confina ai margini del mondo sviluppato. Pertanto, è meglio evitare di illudersi che bastino le azioni giudiziarie a contrastare e ridurre un fenomeno che trae origine dai caratteri regressivi del blocco dominante italiano, fondato, a livello economico, sulla ferrea alleanza tra il profitto e la rendita e, a livello politico, sul connubio trasformista fra il centrodestra e il centrosinistra. Così, alle prossime elezioni regionali, definite dall’autore come “un passaggio di grande interesse per l’insieme del sistema politico italiano” (!), si tratterà semplicemente di scegliere, per chi voglia ancora accreditare un simile “sistema”, tra la m**** e la maionese.