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La fine dell’occidente accelera

Con l’elezione di Trump sarà ancora più veloce la fine dell’egemonia occidentale.

Con Trump l’occidente avrà un Millei elevato alla terza potenza, imitato molto velocemente dai vari leader politici europei sempre più servili (vedi il nascondersi che sono stati gli yankee, in prima persona, a distruggere il North-Stream) e sempre più iper-liberisti e razzisti.

La guerra in Ucraina non si fermerà perché le proposte che sono filtrate di Trump non sono accettabili per il governo russo, perché sarebbero solo una tregua armata ferma, forse, solo per venti anni in una condizione di frizione e sanzioni continue e di riarmo dei nazi-ucraini.

La guerra in Ucraina continuerà ma senza pesare economicamente sugli USA: gli stupidi governi UE si accolleranno tutte le spese economiche e le ricadute, negative, politiche.

L’occidente con Trump e l’Unione Europea, segnatamente, si avviano a una distruzione accelerata del welfare per finanziare l’industria delle armi, chiaro nel discorso di Draghi di arrivare al 2% di Pil senza difficoltà (basta tagliare senza rimpianti il welfare).

La conseguente crisi sociale sommata alla deindustrializzazione civile causata dal costo dell’energia porteranno a proteste violente che saranno indirizzate con forza dai mass-media verso la presenza e l’arrivo dei migranti, quale meccanismo di distrazione sociale, meccanismo che funzionerà, per ora, perché manca una forza politica comunista che indichi e guidi le proteste, ma anche perché in trenta anni e più di neo-liberismo è stata distrutta la coscienza di classe delle masse subalterne, a cui il Potere indica come nemico quelli che stanno peggio di loro stessi (migranti interni e extraeuropei, poveri quali parassiti del welfare, eccetera).

Tranne avvenga un momento storico di rottura, che può essere di qualsiasi natura, tale rottura ritengo avverrà alla fine del mandato di Trump, quando il cambio di gestione nel governo yankee porterà alla luce le contraddizioni.

Questo periodo, tra l’altro, sarà segnato sempre più dalla marginalità occidentale per la crescita economica dei BRICS+ evidente già ora nelle quote mondiali di PIL pro capite per cui nel 1990 il G7 deteneva il 46% e i BRICS+ il 16%, nel 2020 questa percentuale era diventata uguale al 32%  e nel 2023 era invertita, per i BRICS+ al 35,1% e il G7 al 29,7% con i primi in costante crescita e gli occidentali in costante declino.

Insomma, il giungere al potere di personaggi psicopatici come Trump e Millei (e ne vedremo altri, come i genocidi sionisti per esempio) sono il sintomo di una psicosi collettiva delle classi dirigenti occidentali, che dopo 500 anni stanno perdendo l’egemonia sul Mondo e non riescono né a capire i motivi, né a trovare soluzioni razionali, riescono solo a produrre violenza, spesso gratuita e ad esprimere politiche egoiste in favore delle classi dirigenti, e infatti, non a caso, la pretesa democrazia è sempre più una finzione e un abuso.

Anche l’Italia, quindi noi masse subalterne e noi comunisti segnatamente, segniamo questa situazione, con una finta sinistra che si è omologata al Capitale e alla sua ideologia, il neo-liberismo, questo perché il Capitalismo impone una sua dittatura molto invasiva, possibilmente in maniera corruttiva, violenta quando il suo potere è messo in discussione.

Questa dittatura culturale oggi ha prodotto una post-modernità i cui valori non sono più come per la modernità la centralità della umanità e la ricerca della verità ma possedere e apparire, specchio della psicosi occidentale.

Quest’ultima considerazione è importante per capire la degenerazione dei partiti di sinistra, a partire da quello socialista, poi quello comunista (e il suo fantasma, il Partito Democratico che imita anche nel nome il padrone yankee) per arrivare all’Alleanza Verdi (de che?) Sinistra.

La nostra condizione di comunisti in Italia è di estrema frammentazione, anche perché tra noi circola, non riconosciuta, la dittatura culturale capitalista, tanti liderini che si contendono un misero spazio politico invece di unirsi e fare opposizione sociale a partire dai territori.

La fine dell’egemonia occidentale rischia di portare con se nella sua caduta anche quello di buono costruito in 500 anni, la modernità il cui apice politico e culturale è il marxismo e il comunismo.

Sta a noi comunisti capire cosa è la situazione attuale, quali politiche proporre e come ricostruire organizzazione, non farlo significherà sprofondare insieme a tutto il marcio occidentale.

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3 Commenti


  • Oigroig

    Secondo il mio giudizio parlare di «una psicosi collettiva delle classi dirigenti occidentali» è una metafora che non spiega nulla e pecca di un idealismo vagamente shakespeariano. Non servono categorie psichiatriche applicate alla storia (anche Hitler, Mussolini, Napoleone e persino Stalin potrebbero essere psicanalizzati come tutti i tiranni, e però ciò non spiega perché hanno preso il potere). Oggi, a mio giudizio, il capitalismo si misura con la caduta del saggio di profitto e con la chiusura e crisi di un ciclo economico e la (solita) soluzione è l’economia di guerra, le grandi opere pubbliche date in appalto ad aziende nazionali, il nazionalismo (protezionistico), la concentrazione di capitali, la fascistizzazione delle strutture statali, ecc., per garantire la riproduzione del capitale… Questi ceti dirigenti non sono pazzi o psicotici, sono solo cinici e mettono gli affari al primo posto… Ma proprio questi momenti di caduta nell’atrocità del capitale sono i momenti in cui la rivoluzione diventa possibile, ma solo se non ci copriamo gli occhi con discorsi astratti e consolatorii perché se chi ha il potere è pazzo, allora non c’è nulla da fare e la mia pigrizia va bene e mi sento meglio, anzi mi sento più intelligente di questo mondo demente = «romanticismo della disillusione», cioè ideologia reazionaria. Essere comunisti vuol dire anche non lasciare arrugginire gli strumenti concettuali faticosamente messi a punto in due secoli di lotte.


  • marco

    già il fatto che nel XXI secolo c’è ancora chi accomuna stalin a mussolini e hitler, qualificandolo come tiranno la dice lunga sul lavoro che c’è da fare per disincrostare il pensiero comunista dalle infiltrazioni revisioniste dell’egemonia culturale che il capitale ha creato.
    Fortunatamente però vedo che specie tra i più giovani questa favola borghese fa sempre meno presa


  • Paolo DP

    per oigroig.
    non ragionare in merito a categorie di psicologia di massa e segnatamente delle classi dirigenti è un limite per i comunisti.
    comunque faccio notare che la crisi dell’occidente è esplicita nelle quote di PIL mondiale del G7, come evidenziato nell’articolo.
    comunque fare troppe parole è un limite, quello che serve è costruire organizzazione e fare lotta nei territori.

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