La scrittrice Edith Bruck sul Corriere della Sera respinge sdegnosamente le parole del Papa che ha accennato alla possibilità che Israele stia commettendo un genocidio in Palestina.
Per Bruck, così come per Liliana Segre, sarebbe sbagliato anche solo accostare ad Israele la parola genocidio, che anzi dovrebbe essere usata esclusivamente per le sterminio degli ebrei compiuto dal nazifascismo.
Bruck e Segre sono testimoni e vittime dell’orrore della Shoah e ciò che dicono di essa va sempre accolto e condiviso. Ma quando parlano della sofferenza del popolo di Palestina non hanno la stessa autorevolezza.
Quello che sta commettendo il regime israeliano guidato da Netanyahu si configura come genocidio non solo per l’orrore che produce, ma perché corrisponde alla definizione in termini di diritto internazionale di questo crimine contro l’umanità.
Secondo la Convenzione contro il Genocidio approvata il 9 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale dell’ONU, sono cinque le condizioni che configurano questo delitto e qui le documento.
Israele è direttamente colpevole dei primi tre capi d’accusa, indirettamente del quarto, mentre non ci sono prove solo sul quinto, quello che da solo ha provocato il mandato d’arresto per Putin da parte della Corte Penale Internazionale.
Netanyahu e tutti i suoi complici sono colpevoli di genocidio non solo sul piano politico civile e morale, ma anche su quello giuridico. La fanno franca solo perché gli USA e i loro più stretti alleati occidentali sono complici dei loro stessi delitti e impediscono ogni giustizia con la loro forza.
D’altra parte la Convenzione ONU contro il genocidio fu approvata proprio per impedire e punire quel crimine. Affinché, dopo quello che era accaduto agli armeni, ai popoli sottoposti al dominio coloniale e nella maniera più infame e sistematica agli ebrei, si potesse davvero dire MAI PIÙ.
Non è andata così, da Sebrenica al Ruanda il termine usato da tutti, senza particolari obiezioni, per definire quelle stragi è stato genocidio.
Perché allora Israele dovrebbe essere esentata da quella parola, quando fa consapevole strage di persone innocenti, donne e bambini, quando distrugge scuole ed ospedali, quando usa cibo e medicine come arma di guerra? E tutto questo per occupare illegalmente territori da cui vuole scacciare, pena lo sterminio, il popolo che ha tutto il diritto di stare lì e a cui invece Israele nega persino il diritto all’autodeterminazione.
Dove sta scritto che gli eredi di coloro che ha subito un genocidio hanno il diritto dí commetterne un altro? Tra l’altro non contro gli eredi europei e bianchi dei nazifascisti assassini di ebrei, ma contro i Palestinesi che della Shoah non hanno alcuna colpa.
Solo la falsa coscienza europea che scarica su altri le proprie colpe può presentare come parole di verità il sostegno ad Israele di Bruck e Segre. Sostegno politico che contrasta con altri ebrei, che condannano e contrastano Netanyahu e non hanno paura di usare la parola genocidio per i suoi delitti.
Le parole di Edith Bruck e Liliana Segre sulla Palestina sono parole ingiuste dalla parte sbagliata e per questo sono criticabilissime, sul piano politico e morale come su quello del diritto.
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Andrea vannini
Israele é uno stato terrorista. il sionismo é fascismo. lo é per la sua ideologia e per il genocidio del popolo palestinese. lo testimonia l’ intera sua storia. é un cancro colonialista che merita solo di essere estirpato dall’ Asia occidentale. per delle persone come segre il massimo disgusto. agenti della propaganda fascista-sionista. non é casuale che uno come Mattarella (con le mani macchiate di sangue jugoslavo e italiano) l’ abbia nominata senatrice.
Pasquale
Se bisogna ancora spiegare cosa è il genocidio dopo tutto quello che Israele ha fatto e sta ancora facendo a Gaza. Beh allora …