Il crollo della posizione di Elly Schlein al Parlamento Europeo, dove nessuno dei rappresentati del suo partito ha votato no al riarmo, non è dovuto soltanto alla natura profonda del PD, che sinora mai e in nessuna sede si è opposto alle armi, al riarmo e alla guerra. Questa debacle della segretaria del Partito Democratico, contro la quale ora è cominciata la caccia alla volpe da parte dell’establishment politico e giornalistico, è anche dovuta alla inconsistenza furbesca della sua posizione.
Schlein afferma di essere contraria al piano di riarmo di 800 miliardi di Ursula von der Leyen, perché sarebbe distribuito tra i singoli eserciti nazionali, mentre si dichiara favorevole alla cosiddetta DIFESA COMUNE EUROPEA.
Ora è evidente che questa posizione come minimo è ingenua, probabilmente è reticente e opportunista, sicuramente non vuol dire nulla politicamente. Non a caso una velata critica ad Ursula von der Leyen nel nome della difesa comune europea è stata pronunciata anche da Michele Serra, per far sì che alla sua sgangherata manifestazione siano presenti sia i riarmisti senza se e senza ma, sia i guerrafondai riluttanti, sia chi si proclama pacifista; tutti assieme nel nome dell’europeismo.
Ma cosa vuol dire davvero difesa comune e innanzitutto da chi l’Europa dovrebbe difendersi e contro chi dovrebbe armarsi? Su questo il documento del Parlamento Europeo, approvato o non rifiutato dal PD, è chiarissimo: i nemici sono la Russia, la Cina e i loro alleati, ai quali bisogna sottrarre l’Africa e ogni paese che subisca la loro influenza. Mai un intento neocoloniale così sfacciato si era letto in un documento della UE, una copia perfetta del linguaggio di Trump .
E a proposito di Trump, la vulgata liberaldemocratica del quotidiano della famiglia Elkann Agnelli e dei suoi intellettuali di riferimento accredita la tesi che il riarmo, o la difesa comune, siano rivoltI sia contro Putin che contro il presidente USA. Europa come terza forza democratica? Balle in malafede.
Nel documento approvato dal Parlamento UE non c’è una sola distinzione dalla NATO o dagli USA. Del resto Ursula von der Leyen lo ha detto e ripetuto, tutto il riarmo avviene con la NATO e nella NATO, come del resto ha chiesto Trump. E infatti nello stesso documento si scrive che la spesa militare dei singoli paesi dovrebbe raggiungere almeno il 3% del PIL, come tappa verso quel 5% indicato proprio dal presidente USA. Ricordiamo che oggi l’Italia è ancora sotto il 2%.
Se proprio vogliamo trovare una critica agli USA, questa non è nel documento sul riarmo, ma in quello sull’Ucraina, di cui si è parlato molto meno. Qui, con l’approvazione di gran parte dei parlamentari del PD, si lamenta che gli USA abbiano avviato trattative di pace con la Russia, invece che continuare e rafforzare l’impegno militare a sostegno dell’Ucraina. Per questo si chiede che ogni paese UE ogni anno elargisca a quello stato almeno lo 0,25% del proprio PIL . Per l’Italia questo vorrebbe dire spendere quasi 6 miliardi all’anno.
Insomma sull’Ucraina la UE sta a destra di Trump, mentre sul riarmo gli obbedisce. E la difesa comune europea, al di là di ogni ipocrisia, è una politica bellicista pericolosa per la pace mondiale.
Ma veniamo ora alla obiezione di Schlein sul fatto che i soldi per il riarmo non dovrebbero essere spesi per gli eserciti nazionali. Questo vuol dire che se ci fosse un esercito europeo il riarmo andrebbe bene, magari perché farebbe risparmiare qualcosa con le economie di scala e con la standardizzazione dei carri armati e dei missili? È una questione di efficienza?
Romano Prodi, fiero sostenitore del piano di Ursula von der Leyen, è arrivato a sostenere che se ci fosse stato un esercito europeo, la Russia non avrebbe attaccato l’Ucraina. Questa affermazione è uguale a quella di Trump, che più volte ha proclamato che se ci fosse stato lui a capo degli USA, Putin non avrebbe avuto il coraggio di fare quello che fatto.
Lasciamo perdere la stupidità muscolare di queste parole e andiamo alla sostanza della proposta: un esercito europeo costituito prima ancora di avere una stato democratico europeo che lo diriga.
Ammesso che si possa fare. c’è un solo precedente che ci mostra cosa comporterebbe la realizzazione di questa folle proposta: l’euro. Quando fu varato i liberal-democratici spiegarono che esso avrebbe spinto l’Europa verso il benessere e la democrazia. Si possono avere giudizi diversi sulla funzione economica della moneta unica, ma è certo che con essa non è aumentato il benessere, mentre sicuramente è diminuita la democrazia. Che, come disse a suo tempo Mario Draghi, è sottoposta alla guida del pilota automatico in ogni decisione importante sull’economia. Lo vuole l’Europa è stato il mantra che ha accompagnato i tagli alle pensioni, alla sanità, ai servizi pubblici, ai diritti del lavoro e ai salari.
Ora immaginate un “lo vuole l’Europa” comunicato da generali con la divisa blu e le stellette comunitarie. Immaginate un esercito europeo che funzioni come la Commissione UE, come la Banca Centrale Europea, come tutte le istituzioni comunitarie “ indipendenti”. Con un Parlamento Europeo che, per quanto oggi sia una camera reazionaria pressoché introvabile, si è visto sottratto, nel nome dell’ emergenza, persino il potere di approvare il piano di riarmo.
Un esercito europeo, nella Unione Europea reale e non in quella dei sogni, o sarà irrealizzabile, o sarebbe una spada di Damocle golpista e guerrafondaia sulla testa di tutti i popoli del continente.
La difesa comune europea o è un trucco che serve a coprire opportunismi e viltà, oppure è un mostro da combattere.
Per questo la manifestazione convocata da La Repubblica è da rifiutare e da contestare. Perché tutti coloro che andranno lì, indipendentemente da dichiarazioni e intenzioni, saranno usati da Ursula von der Leyen come sostegno al piano di riarmo.
Per fortuna in contemporanea a Roma in Piazza Barberini c’è un’altra manifestazione, che ripudia il riarmo, l’economia di guerra e la guerra, comunque presentati e mascherati.
Come sempre, quando la storia accelera e la guerra avanza, bisogna scegliere se stare con i guerrafondai o contro di essi, o di là o di qua. Chi sta in mezzo si riduce a nulla.
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Pasquale
“L’unificazione europea, sotto il capitalismo, sarà reazionaria o non sarà”. Lenin.