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Il documento conclusivo del Seminario Comunista Internazionale di Bruxelles (maggio 2011)

Il rafforzamento dei partiti comunisti nell’attuale periodo di aggravamento della crisi sistemica del capitalismo.

 

Conclusioni generali

A livello globale, le condizioni oggettive per il rafforzamento dei partiti comunisti sono favorevoli. La crisi generalizzata del sistema capitalista mondiale peggiora e si acuiscono le tensioni. In molti paesi e continenti, ampie masse popolari si mettono in movimento per combattere le conseguenze spiacevoli di questa crisi globale. In questo contesto, i partiti comunisti devono rafforzarsi su tutti i fronti: ideologico, politico ed organizzativo.

Di fronte all’ampliamento della crisi sistemica…

1. I lavoratori ed i popoli del mondo si confrontano con una crisi generalizzata del sistema capitalista e imperialista (1). Alla sua base si trova la contraddizione principale tra capitale e lavoro e questo antagonismo di classe si è fortemente rafforzato con la crisi. I lavoratori soffrono, colpiti dalle frustate dell’aumento della disoccupazione, dei tagli salariali, del ribasso delle pensioni, della distruzione dei loro diritti, della caduta del potere d’acquisto e dell’aumento della povertà. Allo stesso tempo e grazie all’intervento gigantesco degli stati, il grande capitale vede gonfiare i propri profitti. L’ondata di concentrazione ha reso i monopoli e le grandi società finanziarie ancora più potenti. Realizzano profitti e li distribuiscono generosamente sotto forma di dividendi e bonus. Durante questo periodo, i governi del mondo capitalista fanno portare il peso della crisi ai lavoratori e ai popoli del mondo.

2. Di fronte a questa polarizzazione ed alla miseria crescente, la mobilitazione dei lavoratori e dei popoli ha avuto, nel corso dell’anno passato, un nuovo ed incoraggiante slancio.

– Molti paesi del Medio Oriente e del Nord Africa hanno conosciuto un’ondata di sollevazioni popolari ed i popoli di Tunisia ed Egitto sono riusciti a sovvertire i loro governi e cacciare i presidenti di lunga data, assoggettati all’imperialismo. L’intervento militare dei paesi della NATO e degli altri paesi in Libia, l’intervento delle truppe saudite nel Bahrain, le ingerenze e la sovversione in Siria, mostrano che, in seguito alla crisi, si intensifica la rivalità tra le potenze imperialiste e la lotta per il controllo delle risorse naturali e le vie di trasporto energetico.

– I programmi di tagli sociali imposti nei paesi europei suscitano la rabbia e la resistenza della classe lavoratrice. Lotte dure e significative sono condotte in Grecia, in Portogallo, in Francia ed altrove. Un fenomeno particolarmente incoraggiante è la partecipazione massiccia dei giovani.

– Una mobilizzazione senza precedenti ha colpito il Wisconsin negli Stati Uniti, dove lavoratori e studenti hanno contrastato una legge locale che attacca i diritti sindacali nel settore pubblico.

– In generale, le contraddizioni tra l’imperialismo ed i movimenti di liberazione nazionale si rafforzano, come mostrano i movimenti popolari in America latina e nei paesi del Mediterraneo del Sud e dell’Est. Nei paesi in via di sviluppo, i popoli conducono varie forme di resistenza contro i poteri imperialisti e le forze reazionarie locali. Nella maggior parte dei casi, ci si esprime con movimenti di massa contro il caro vita, per i salari e l’occupazione, per un insegnamento democratico (India, Bangladesh, Burkina-Faso, Colombia, ecc.). In altri casi, come nelle Filippine o in Colombia, le forze rivoluzionarie conducono una lotta di liberazione nazionale e democratica, armata.

3. La crisi economica attuale è la più grave dagli anni 30 ed è lungi dall’essere finita. La debole ripresa, registrata dalle istituzioni imperialiste e dai mass media, è estremamente fragile. Una nuova ondata di crisi si annuncia, poiché le contraddizioni che sono alla base della crisi attuale sono lungi dall’essere risolte. Si tratta in primo luogo della contraddizione tra capacità di produzione e domanda effettiva che ha condotto alla crisi di sovrapproduzione attuale. Gli interventi massicci degli stati hanno anche raggiunto i loro limiti. Per anni, ancora, programmi d’austerità sociale saranno all’ordine del giorno in molti paesi fortemente indebitati. Per numerosi paesi, queste restrizioni provocano già effetti sotto forma di conseguenze tragiche per i lavoratori e gli strati popolari poveri. In ogni paese, la borghesia ed i partiti che la sostengono, procedono, con l’appoggio delle organizzazioni imperialiste come l’UE, il FMI e la BCE, a tagli massicci del potere d’acquisto delle masse. In Grecia, Irlanda, Portogallo, la situazione peggiora. Negli Stati Uniti, è annunciato un programma pluriennale di severi tagli.

Si aggiunge la vampata dei prezzi del petrolio, delle materie prime e dei prodotti alimentari di prima necessità, gonfiati dalla caccia al profitto e dalle politiche usuraie dei monopoli, ma anche dalla speculazione dei super ricchi. Mentre i paesi più poveri sono colpiti da catastrofi umane, la gente comune di tutto il mondo soffre per quest’aumento dei prezzi. Dopo la miseria assoluta e l’estensione della povertà, sono più che probabili nuove mobilizzazioni, scioperi e sommosse.

4. Di fronte alla crisi, le pretese “soluzioni” immaginate dalle diverse forze politiche borghesi, creano nuove contraddizioni e non possono impedire nuove crisi. Gli interventi massicci degli stati hanno rafforzato capitalisti e monopoli ed hanno causato, inoltre, nuovi sacrifici per i lavoratori e gli strati popolari. Le posizioni socialdemocratiche che raccomandano un’uscita “keynesiana” alla crisi, portano a tagliare drasticamente le conquiste sociali. Le illusioni, suscitate dall’arrivo al potere di Obama, si sono dissipate, poiché la sua politica, che sostiene i monopoli negli Stati Uniti, non fa che arricchire i ricchi.

I socialdemocratici e i partiti riformisti tuttavia, continuano a cercare e sostenere una via d’uscita interna al sistema. Elogiano le virtù di un capitalismo industriale e dinamico e promettono di creare “un capitalismo sano”, senza “eccessi”, senza “disfunzioni”, né “squilibri”. È ingannare il popolo ed ingannare sé stessi. La concentrazione di potere e di ricchezze nelle mani dei monopoli e dell’oligarchia finanziaria è la benzina del sistema capitalista. Lo sfruttamento della forza di lavoro, la crisi, l’anarchia e gli squilibri nella produzione, sono intrinsechi alla ricerca del profitto capitalista. Non ci si può liberare e la classe operaia non potrà conquistare il potere senza passare per la socializzazione dei monopoli.

5. Ovunque, nei paesi imperialisti, vediamo che la svolta nazionalista, populista e xenofoba è in parte supportata dalla classe borghese come barriera anticomunista. Questi partiti impediscono che il popolo si liberi dalla politica borghese. Impediscono un’azione comune con i comunisti di fronte al discredito simultaneo della socialdemocrazia e del polo liberale del potere borghese. Utilizzando la demagogia sociale, seminano la divisione fra le masse sfruttate ed oppresse, deviano gli strati popolari dei loro nemici ed uccidono la coscienza di classe. Questi partiti servono il potere imposto, poiché creano un riparo contro la vera uscita dal sistema capitalista, il socialismo.

6. Di fronte alle contraddizioni che si accumulano, il sistema capitalista reagisce con manomissioni ai diritti democratici. Il diritto di sciopero e di altri diritti sindacali è attaccato, mentre i tribunali borghesi stabiliscono come sacrosanto il diritto di intraprendere la libertà di movimento dei capitali. Così la democrazia borghese rivela la sua natura di classe.

Le campagne anticomuniste e la negazione dei successi storici dei paesi ex socialisti, servono la stessa causa: quella di intimidire i lavoratori e le forze popolari che si battono contro un sistema capitalista, che non può risolvere i suoi problemi e che scelgono la via rivoluzionaria di costruzione di una società socialista. Allo stesso tempo, la borghesia intensifica la sorveglianza e adotta ogni tipo di misura repressiva, prendendo a pretesto la lotta contro il terrorismo. La raccolta generalizzata di dati personali su tutti, viola il rispetto della vita privata. Così un grande dispositivo viene implementato per affrontare le rivolte popolari e le lotte di classe.

7. La crisi crea una tendenza al cambiamento di relazioni di forze nel mondo. Le contraddizioni tra paesi capitalisti aumentano. Gli interventi delle forze imperialiste nei paesi arabi e del Medio Oriente mostrano come si facciano concorrenza per rafforzare la loro influenza e garantire il controllo delle riserve petrolifere e delle vie del trasporto energetico. Gli Stati Uniti si fissano sulla loro posizione di superpotenza imperialista, intensificando gli investimenti militari e concentrando la loro attenzione geostrategica sull’Asia. Ma gli Stati Uniti perdono terreno. I paesi emergenti si uniscono ed entrano in concorrenza per le risorse naturali, le fonti d’energia ed i mercati mondiali. Le tensioni tra gli Stati Uniti, i paesi emergenti, il Giappone e l’Unione Europea si acuiscono e possono condurre a più protezionismo, a conflitti aperti, ad una guerra monetaria e in ultimo a conflitti militari. Allo stesso tempo, le tensioni interimperialiste aumentano nell’Unione Europea tra i paesi più solidi ed i paesi più colpiti dalla crisi. Uno scoppio dell’eurozona potrebbe rovesciare completamente la costruzione europea. La coppia franco-tedesca cerca di salvare gli interessi dei monopoli europei imponendo “la gestione economica” per servire più efficacemente il capitale monopolistico.

8. In questa nuova costellazione di forze mondiali, la nuova strategia della NATO, formulata nel novembre 2010 a Lisbona, mette a disposizione una forza d’urto comune per difendere gli interessi strategici degli imperialisti, pur fungendo da agente d’arbitrato per le rivalità che le si oppongono. In nome della lotta contro il terrorismo, la nuova strategia permette interventi ovunque nel mondo, anche nei paesi non membri della NATO. La nuova strategia fornisce oggi forze d’intervento più flessibili, mobili e versatili, come mostrano gli interventi in Libia ed in Costa d’Avorio. I progetti imperialisti degli Stati Uniti sono in accordo con la politica di difesa comune dell’UE. La NATO utilizza il partenariato per la pace per estendere la sua zona d’attività e d’intervento ad altri paesi non membri. Tutto ciò non esclude affatto la crescita delle tensioni tra grandi potenze per la sovranità delle regioni strategiche, per il controllo delle fonti energetiche e delle materie prime, per garantire l’accesso alle grandi vie d’approvvigionamento.

occorre rafforzare i partiti comunisti e le loro organizzazioni di massa.

1. Gli eventi attuali pongono il passaggio dal capitalismo al socialismo, all’ordine del giorno. Il ruolo dei partiti comunisti è determinante per organizzare la sommossa, orientare le lotte ed aprire la via a messe in causa fondamentali del sistema sfruttatore. È ciò che si può verificare ovunque nelle lotte passate ed in corso. Una differenza qualitativa si manifesta se le masse sono preparate politicamente, se l’avanguardia è organizzata, se il partito è solido a livello ideologico e politico.

2. Il carattere del partito dipende dal compito strategico che si dà, cioè la rivoluzione socialista, in rottura con il sistema borghese. È per questo che un compito essenziale è quello di togliersi il marchio di qualsiasi forma d’opportunismo e di elettoralismo. Si tratta di tagliare bruscamente ogni illusione di riforma fondamentale del sistema capitalista e scoprire la strategia delle forze politiche riformiste che promettono la liberazione dei lavoratori per mezzo di riforme progressiste.

3. Il carattere distintivo dei partiti comunisti è nella loro fedeltà alla via rivoluzionaria e di conseguenza al primato della lotta di classe. È attraverso la lotta di classe ed il confronto con le forze borghesi che il partito si rafforza e che la classe operaia prende coscienza dei suoi compiti storici. La battaglia parlamentare ed il lavoro nelle istituzioni borghesi, non sono altro che dei mezzi preziosi per meglio affrontare le masse e dirigere le lotte di massa. Gli opportunisti che cercano di beatificare il sistema capitalista, abbandonano la lotta di classe e sono assorbiti completamente dal lavoro parlamentare per gestire il sistema.

4. Uno dei caratteri distintivi dei partiti comunisti è il riconoscimento del ruolo d’avanguardia della classe operaia. La presenza del partito sui luoghi di lavoro, nelle imprese, è determinante, poiché è sul luogo di lavoro che si svolge la battaglia politica ed ideologica più decisiva, la battaglia fondamentale tra il lavoro ed il capitale. Il partito deve rafforzare costantemente il suo carattere proletario, così prestando un’attenzione particolare al lavoro nei sindacati, alle organizzazioni di massa della classe operaia. Deve operare nei sindacati per creare poli di lotta, di difesa del sindacalismo di lotta di classe e legare le aspirazioni e le rivendicazioni dei lavoratori alla lotta politica, cioè il rovesciamento del potere capitalistico. L’importanza ed il ruolo dei comunisti nel movimento sindacale impongono di aumentare le loro responsabilità, in particolare nell’esempio che devono dare di devozione, di militanza e di fermezza nella difesa della classe operaia e dei suoi interessi, nella loro lotta e nello sforzo d’informazione e di formazione in collegamento con la pratica. È così che i comunisti possono migliorare costantemente il modo in cui adempiere alle loro responsabilità nei confronti dei lavoratori.

5. Il rafforzamento dei partiti comunisti in previsione della preparazione alle sfide che li attendono, è il compito principale dei periodi che precedono le lotte. Si tratta innanzitutto di elaborare, in base al marxismo-leninismo, l’analisi della situazione in ogni paese. Si tratta di analizzare le classi e le relazioni di forza in gioco e dedurre una strategia rivoluzionaria ed una politica di alleanza sociale. Si tratta di elaborare un programma di rivendicazioni immediate che sostengono le aspirazioni e le necessità delle masse lavoratrici e che servono la strategia rivoluzionaria.

Nel settore organizzativo, i partiti comunisti usano il centralismo democratico come strumento essenziale e provano a migliorare costantemente la sua applicazione.

6. In preparazione degli scontri, i partiti comunisti devono stringere legami più fermi con le masse. Si tratta d’essere presenti dove i lavoratori si battono, di affermare il partito come una forza autonoma, con parole d’ordine mobilitanti. La situazione concreta è diversa da paese a paese ed è di un’importanza vitale che il partito possa valorizzare correttamente le forze e debolezze, come pure il livello di coscienza dell’avanguardia e delle masse. Si tratta di sviluppare anche una strategia ed una tattica rivoluzionaria che permettano di mettere in movimento le masse. È attraverso le loro esperienze che le masse apprendono, a condizione che il partito le aiuti, ad evitare le trappole riformiste ed ingannevoli. Una tattica adeguata va usata per accompagnare le masse in questa presa di coscienza rivoluzionaria e raggiungere il maggior numero di alleati fra la classe dei contadini medi e piccoli, i lavoratori autonomi e gli altri strati popolari. Indipendentemente dalla sua dimensione, un partito comunista cerca di stabilirsi profondamente fra le masse lavoratrici.

7. Dipenderà dalla attenzione ideologica e politica dei nostri partiti comunisti, se potremo sfruttare tutte le opportunità che la crisi del sistema ci offre per diffondere il socialismo. La crisi capitalista presenta grandi opportunità per i comunisti, poiché molte illusioni sui vantaggi del capitalismo crollano. È il momento di convincere quelli e coloro che criticano soltanto il neoliberismo, che non si tratta di una scelta politica, ma di una scelta di sistema. È il momento di convincere quelli e coloro che criticano l’assenza di misure ferme contro le banche e gli speculatori, che il potere del capitale non può essere riformato, che può soltanto essere rovesciato. Si tratta di porre l’alternativa del sistema socialista. La propaganda per il socialismo deve essere presente nell’agitazione di massa e non soltanto un’idea da tirar fuori al momento opportuno.

8. Il riscontro dei partiti comunisti fra le masse dipenderà soprattutto dal loro ruolo d’avanguardia nelle lotte contro i piani d’austerità, contro le avventure di guerra e per le rivendicazioni sociali e democratiche, come per la liberazione nazionale e sociale. I comunisti sono i migliori difensori degli interessi immediati, poiché si battono per una società senza lo sfruttamento dei lavoratori. La forza della classe operaia e l’alleanza sociale si costruiscono nella lotta quotidiana. È nella lotta che il partito rafforza la sua autorità e la sua competenza spingendo la propria presenza nella classe operaia. È nelle lotte immediate che l’autorità e il sostegno delle masse si rafforzano, che i partiti costruiscono una competenza e si insediano fermamente fra le masse. Ciò non si farà che nella misura in cui il partito si farà carico delle sue responsabilità per mobilitare, rendere coscienti e organizzare le masse. Lo fa con il suo lavoro autonomo come partito e attraverso l’azione dei suoi membri nei sindacati e nelle organizzazioni di massa.

9. Ciò riguarda la politica e le tattiche adottate e i risultati per il rafforzamento del partito e le organizzazioni di massa. La pratica della critica e dell’autocritica in base al marxismo-leninismo è essenziale per generalizzare i successi e correggere gli errori. Un partito che coltiva questa pratica materialistica e dialettica avanzerà più rapidamente.

10. La crisi colpisce tutti gli strati lavoratori della società.

– Colpisce le donne attraverso la disoccupazione, il sottoimpiego, le condizioni di lavoro, i salari, i loro diritti specifici e con discriminazioni multiple. In Tunisia ed Egitto, erano ai primi posti nelle sollevazioni popolari.

– Colpisce i lavoratori immigrati, i profughi, i clandestini. Salutiamo con particolare vigore gli scioperi e le manifestazioni militanti dei clandestini in Francia, per un lavoro rispettabile e l’uguaglianza dei diritti.

– Colpisce anche la gioventù, vittima della crescita della disoccupazione, dei tagli all’insegnamento e alla sicurezza sociale, dall’occupazione precaria e dall’estensione della carriera. Per i partiti comunisti, c’è l’opportunità di rinnovare le proprie file reclutando nuove forze in una generazione che “ne ha abbastanza” e che cerca una reale via d’uscita, che è il socialismo. Per i partiti comunisti, si tratta anche di rinnovare i loro metodi di lavoro, di adattarsi all’era dell’elettronica e della comunicazione istantanea, insieme ai metodi classici. Il potenziale di mobilitazione di questi metodi nuovi è stato ampiamente dimostrato nelle recenti sommosse nei paesi arabi ed altrove.

11. In qualsiasi lavoro fra le masse, il rafforzamento del partito mediante l’assunzione di nuovi membri costituisce una priorità assoluta. Si tratta di costruire un partito incrollabile da cui dipenderanno l’orientamento ed il successo delle lotte future.

L’immersione nelle lotte di classe costituisce un’opportunità eccellente per formare nuove generazioni di quadri e membri. Una grande parte della gioventù attuale e sicuramente la generazione che ha subito l’ondata anticomunista dopo il 1989, non ha mai conosciuto una crisi di tale importanza o gravità. È ora che si prepari ad assumere il suo ruolo rivoluzionario nel corso dei decenni futuri.

12. È imperativo accelerare la cooperazione internazionale tra partiti comunisti, a livello globale ed a livello regionale, attraverso riunioni bilaterali e multilaterali. Affrontiamo lo stesso nemico, l’imperialismo. Subiamo gli stessi attacchi, condividiamo le stesse preoccupazioni e gli stessi obiettivi. Ci sono molte possibilità di concertazione, di collaborazione e di mutua assistenza che devono essere sfruttate al massimo. Aiutarsi è soprattutto creare la possibilità di avere la conoscenza di esperienze e affermazioni più avanzate. Deve essere fatto nel campo teorico e politico, nel settore della costruzione del partito, della direzione delle lotte di massa, nella costruzione delle organizzazioni di massa. Occorre scambiare in modo più intenso le esperienze di lotta di classe, delle campagne elettorali, della comunicazione di massa e delle agitazioni. La mutua assistenza reciproca e la solidarietà, sono essenziali.

Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!

Note

1. 18° Seminario Comunista Internazionale (ICS 2009): Dichiarazione sulla crisi, maggio 2009 [www.resistenze.org/sito/te/pe/mc/pemc9g14-005380.htm]

19° Seminario Comunista Internazionale (ICS 2010): Conclusioni generali, I partiti comunisti di fronte all’inasprimento della crisi del sistema capitalista, maggio 2010 [www.resistenze.org/sito/te/pe/mc/pemcaf11-007123.htm]

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