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Il Partito Comunista Cubano affronta la realtà dei fatti

 

Dalla relazione di Raul Castro:
“La sola cosa che può far fallire la Rivoluzione e il socialismo in Cuba, ponendo a rischio il futuro della nazione è la nostra incapacità  di superare gli errori.
Quello che approveremo in questo Congresso non può subire  la stessa sorte degli accordi dei precedenti,  quasi tutti dimenticati senza essere stati compiuti.
Quello che accorderemo in questa e in future occasioni deve costituire una guida per la condotta e l’azione dei militanti e dei dirigenti del partito e per garantire la materializzazione, basandosi negli strumenti giuridici che detteranno l’Assemblea Nazionale del Poder Popular, il Consiglio di Stato o quello di Governo secondo le quali siano le facoltà legislative in accordo con la Costituzione
È positivo chiarire per evitare interpretazioni sbagliate, che gli accordi dei Congressi e di altri organi di direzione del Partito non divengono per se stessi delle leggi ma che sono orientamenti di carattere politico e morale, che compete al Governo, che è chi amministra, regolare nella loro applicazione.
Per questa ragione, la Commissione Permanente d’Implementazione e Sviluppo includerà un vice gruppo giuridico, composto da specialisti molto qualificati, che coordinerà con gli organismi corrispondenti, in stretto rispetto dell’istituzione, le modifiche necessarie nel piano legale, per accompagnare l’attualizzazione del modello economico e sociale, semplificando e armonizzando il contenuto  di centinaia di risoluzioni ministeriali, accordi di governo, decreti legge, e conseguentemente proporre, nel debito momento, l’introduzione delle correzioni pertinenti nella stessa Costituzione della Repubblica.
Senza aspettare d’avere tutto elaborato, sono già in fase avanzata le norme giuridiche associate alla compravendita di case e di automobili, le modifiche del Decreto Legge 259, per ampliare i limite di terra oziosa da dare in usufrutto  a quei produttori agricoli che presentano buoni risultati, così come la consegna dei crediti ai lavoratori indipendenti e alla popolazione in generale.
Ugualmente, consideriamo conveniente proporre al Congresso che il futuro Comitato Centrale includa, come primo punto, in tutti i suoi plenum, che si si svolgeranno non meno di due volte l’anno, una relazione sullo stato dell’implementazione degli accordi adottati in questo evento, sull’attualizzazione  del Modello Economico e su come, secondo, l’analisi sul compimento del piano d’economia del primo semestre o dell’anno in questione.
Inoltre ricorderemo all’Assemblea Nazionale del Poder Popular d’impiegare un procedimento simile nelle sue sessioni ordinarie, con il proposito di potenziare il protagonismo  inerente alla sua condizione d’organo supremo del potere dello Stato.
Partendo dalla profonda convinzione che niente di quello che facciamo è perfetto e che quello che appare serio oggi, non lo sarà domani, di fronte  a nuove circostanze, gli organi superiori del Partito e del potere statale e di governo, devono mantenere una sistematica e stretta vigilanza su questo processo ed essere capaci d’ introdurre opportunamente le correzioni appropriate per correggere gli effetti negativi.
Si tratta, compagne e compagni, di stare allerta, mettere i piedi e le orecchie sulla terra e quando sorge un problema pratico, in qualunque sfera e luogo, i quadri nei loro diretti livelli, agiscano con prontezza e intenzione  e che non si ritorni a lasciare al tempo la soluzione, perchè per esperienza propria sappiamo che la sola cosa che succede è una maggior complicazione.
Ugualmente dobbiamo coltivare  e preservare le inter-relazioni incessanti con le masse,  prive di ogni formalismo, per retro- alimentarci efficacemente con le loro preoccupazioni e insoddisfazioni e che siano precisamente le masse a indicare il ritmo dei cambi che si devono introdurre.
L’attenzione delle  incomprensioni recenti, associate alla riorganizzazione di alcuni servizi di base, dimostra che quando il Partito e il Governo, ognuno  compiendo il suo ruolo, con metodi e stili distinti, agiscono con rapidità e  armonia, ascoltando le preoccupazioni della popolazione e ragionano con questa chiaramente e semplicemente, si ottiene un sostegno nella misura in cui si fomenta la fiducia del popolo nei suoi dirigenti.
In conseguenza di questo esempio, la stampa cubana nei suoi differenti formati, è chiamata a giocare un ruolo decisivo con il chiarimento e la diffusione obiettivi costanti e critici della marcia dell’attualizzazione del Modello Economico, in modo che con articoli e lavori sagaci,  concreti, in un linguaggio accessibile a tutti, si fomenti nel paese una cultura su questi temi.
Su questo fronte è necessario anche lasciare indietro definitivamente l’abito del trionfalismo, lo stridore e il formalismo, toccando l’attualità nazionale e generando materiali scritti e programmi di televisione e radio che per il loro contenuto e lo stile catturino l’attenzione stimolino il dibattito nell’opinione pubblica, che suppone elevare la professionalità e le conoscenze dei nostri giornalisti.  È vero che, nonostante gli accordi adottati dal Partito sulla politica informativa, nella maggioranza delle volte non contano con l’accesso opportuno alle informazioni, nè a un contatto frequente con quadri e specialisti  responsabili delle tematiche in questione. La somma di questi fattori spiega la diffusione in non pochi casi di materiali noiosi, improvvisati e superficiali.
Non meno importante sarà l’apporto  che i nostri media di diffusione di massa devono destinare a favore della cultura nazionale  e del recupero dei valori civici nella società.
Sarà raccomandabile limitare al massimo di due periodi consecutivi di cinque anni  la durata degli incarichi politici e statali fondamentali.
Passando ad un altro tema vitale che riguarda una relazione molto stretta con l’attualizzazione del Modello Economico e Sociale  del paese e deve aiutare alla sua materializzazione, ci proponiamo di celebrare una Conferenza Nazionale del Partito per giungere a conclusioni rispetto alle modifiche dei suoi metodi e dello stile di lavoro,  con l’obiettivo di concretare la sua attuazione, per oggi e sempre, del contenuto dell’articolo 5 della Costituzione della Repubblica, dove si stabilisce che l’organizzazione del Partito è l’avanguardia organizzata della nazione cubana e la forza dirigente superiore della società e dello Stato. Inizialmente avevamo deciso di convocare questa  Conferenza nel dicembre del 2011, mas senza dubbio, considerando le complicazioni proprie dell’ultimo mese dell’anno e la convenienza di contare con una prudente riserva di tempo per puntualizzare i dettagli, progettiamo di realizzare questo evento alla fine di gennaio del 2012.  Già lo scorso 18 dicembre ho spiegato nel Parlamento che per le deficienze presentate dagli organi amministrativi del Governo, nel compimento delle loro funzioni, il Partito per anni è stato coinvolto in compiti che non gli corrispondono, militando e compromettendo il suo ruolo.
Siamo convinti che la sola cosa che può far fallire la Rivoluzione e il socialismo in Cuba, ponendo a rischio il futuro della nazione, è la nostra incapacità di superare gli errori che abbiamo commesso per  più di 50 anni e nei quali potremmo cadere di nuovo.
La prima cosa che dobbiamo fare per emendare un errore è riconoscerlo coscientemente in tutta la sua dimensione come un fatto reale e che anche, e sin dai primi anni della Rivoluzione, Fidel aveva differenziato con chiarezza i ruoli del Partito e dello Stato. Non siamo stati conseguenti nel compimento delle sue istruzioni e ci siamo lasciati portare  dalle urgenze e dalle improvvisazioni.
Quale miglior esempio di quel che disse il leader della Rivoluzione in una data tanto prematura come i 26 marzo del 1962, parlando alla radio e televisione, per spiegare al popolo i metodi e il funzionamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie  Integrate – ORI . che hanno preceduto il Partito, quando disse : “[…] il Partito dirige, dirige attraverso tutto il Partito e dirige attraverso l’amministrazione pubblica. Un funzionario deve avere autorità. Un ministro deve avere autorità. Un amministratore deve avere autorità, discutere tutto quello che è necessario con il consiglio tecnico assessore (oggi Consiglio di Direzione),  discutere con le masse operaie, discutere con il nucleo, ma chi decide è l’amministratore perchè la responsabilità è sua […]”. .
Questo orientamento fu impartito 49 anni fa.
Esistono concetti molto ben definiti e che in essenza conservano piena validità per realizzare il successo in questa direzione, con indipendenza dal tempo trascorso da quando Lenin li ha formulati, e sono passati circa 100 anni, devono essere di nuovo ripresi in accordo con le caratteristiche e le esperienze del nostro paese.
Nel 1973, nella cornice del processo preparatorio  del Primo Congresso, restò definito che il Partito dirige e controlla attraverso vie e metodi che gli sono propri e che si differenziano dalle vie e dai metodi e di cui dispone lo Stato per esercitare la sua autorità.
Le direttive, le risoluzioni e le disposizioni del Partito non hanno direttamente carattere giuridico obbligatorio per tutti i cittadini,  dovendo essere compiute solo dai suoi militanti  a coscienza, dato che per queste non si dispone di nessun apparato di forza o obbligo.
Questa è  una differenza importante del ruolo e dei metodi del  Partito e dello Stato.
Il potere del Partito riposa alla base della sua autorità morale, nell’influenza che esercita  sulle masse e nella fiducia che il popolo deposita in lui. L’azione del  Partito si fonda, prima di tutto nel convincimento che emana dalle sue azioni e dalla giustezza della sua linea politica.
Il potere dello Stato parte dalla sua autorità  materiale, che consiste nella  forza delle istituzioni incaricate d’esigere da tutti di compiere le norme giuridiche che emette.
Il danno che provoca la confusione si questi concetti si esprime, prima di tutto nel debilitamento del lavoro politico che deve realizzare il Partito e in secondo luogo nel deterioramento che l’autorità dello Stato e del governo, perchè i funzionari smettono di sentirsi responsabili nelle loro decisioni.
Si  tratta, compagne e compagni , di spogliare per sempre Il Partito di tutte le attività non proprie del suo carattere di organizzazione politica, in poche  parole, liberarci dalle funzioni amministrative  e dedicarci, ognuno di noi, a quello che ci tocca.
Molto  vincolate a questi concetti sbagliati  sono le deficienze nella politica dei Quadri del Partito, che dovrà a sua volta essere oggetto d’analisi da parte della citata Conferenza Nazionale.
Non poche lezioni amare ci hanno legato a questi errori sofferti in questo ambito, a causa della mancanza di rigore e di visione che hanno aperto brecce alla promozione accelerata  di quadri inesperti, immaturi a incarichi  di simulazione e opportunismo, attitudini alimentate anche dal concetto sbagliato  che per occupare un incarico di direzione si esigeva, come tacito requisito militare nel Partito e nella Gioventù Comunista.
Questa pratica va bandita con decisione e salvo per le responsabilità proprie delle organizzazioni politiche, la militanza non deve significare una condizione vincolante di disimpegno in nessun posto di direzione, nel Governo o nello Stato, senza la preparazione per esercitarlo, con  la disposizione di riconoscere come propria la politica e il programma del Partito
I dirigenti non sorgono dalle scuole e nemmeno grazie agli amici che li favoriscono, si fanno nella base, disimpegnando la professione per cui uno ha studiato, a contatto con i lavoratori, e si deve ascendere gradualmente a forza di  approvazione, che deriva solo dall’essere esempio nel sacrificio e nei risultati.
In questo senso considero che la direzione del Partito, a tutti i livelli, deve farsi una severa autocritica e adottare le misure necessarie per evitare la riapparizione di tali tendenze.  Questo è applicabile all’insufficiente sistematicità e volontà politica per assicurare promozioni a carico  di donne, negri, mulatti e giovani sulla base del merito e le condizioni personali.
Non aver risolto quest’ultimo problema in più di mezzo secolo, è una vera vergogna che porteremo nella nostra coscienza per molti anni, perchè semplicemente non siamo stati conseguenti con gli infinite orientamenti che sin dai primi giorni del trionfo rivoluzionario e per tutti questi anni il compagno Fidel  ci ha impartito, e perchè  inoltre la soluzione a questa sproporzione faceva parte degli accordi adottati nel trascendentale Primo Congresso del Partito e nei quattro che gli sono seguiti,  senza mai realizzare il loro compimento
Temi come questi  che definiscono il futuro, non dovranno mai più  ritornare a farsi guidare dalla spontaneità, ma dalla previsione e dalla più ferma volontà politica di preservare e  perfezionare il socialismo in Cuba.
Anche se abbiamo fatto vari tentativi di promuovere dei giovani negli incarichi principali, la vita ha dimostrato che non sempre le soluzioni sono state giuste. Oggi affrontiamo le conseguenze di non contare con una riserva di sostituti abbastanza preparati, con sufficiente esperienza e maturità per assumere i nuovi compiti  di  direzione nel Partito, nello Stato e nel Governo, questione che dobbiamo  rapidamente  risolvere, in un quinquennio, senza precipitazione nè  improvvisazione, ma cominciando subito, appena terminato il Congresso.
A questo contribuirà inoltre il rafforzamento dello spirito democratico e del carattere collettivo del funzionamento degli organi del Partito e del potere statale e  governativo,  mentre si garantisce il ringiovanimento sistematico  in tutta la catena di incarichi amministrativi e di Partito dalla base, dai compagni che occupano le principali responsabilità, senza escludere l’attuale Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri  o il Primo Segretario del Comitato Centrale  che risulteranno eletti da questo Congresso.
Per questo siamo arrivati alla conclusione che risulta encomiabile limitare a un massimo di due periodi consecutivi di cinque anni il disimpegno degli incarichi politici e statali fondamentali. Questo è possibile e necessario nellea attuali circostanze ben distinte da quelle del primo decennio della Rivoluzione ancora non consolidata ed inoltre sottoposta a costanti minacce e aggressioni.
Il rafforzamento sistematico della nostra istituzionalità sarà a sua volta  condizione e  garanzia imprescindibile per far sì che questa politica di rinnovo dei quadri non ponga mai a rischio la continuità del socialismo in Cuba.
In  questa sfera stiamo cominciando con un primo passo, riducendo sostanzialmente  la nomenclatura degli incarichi di direzione, che corrispondeva approvare nelle istanze municipali, provinciali e nazionali  del Partito e delegare ai dirigenti ministeriali e delle imprese facoltà per la nomina, la sostituzione e l’applicazione delle misure disciplinari a gran parte dei capi subordinati, assistiti della rispettive commissioni di quadri, nei quali il Partito è rappresentato  e opina, ma che sono presiedute dal dirigente amministrativo che è quello che decide.
L’opinione dell’organizzazione del Partito è importante, ma il fattore che determina è il capo, già che dobbiamo preservare e potenziare la sua autorità, in armonia con il Partito.
In quanto alla vita interna, tema che allo stesso modo rimettiamo all’analisi della  Conferenza, pensiamo che dobbiamo meditare sugli effetti controproducenti di vecchie abitudini che non hanno nulla a che vedere con il ruolo d’avanguardia della organizzazione nella società tra le quali la superficialità e il formalismo con cui si sviluppa il lavoro politico-ideologico l’utilizzo di metodi e termini antiquati che non considerano il livello d’istruzione dei militanti, la realizzazione di riunioni eccessivamente lunghe e con frequenza nella giornata lavorativa, che dev’essere  sacra, soprattutto per i comunisti; con agende molte volte inflessibili indicate dagli organismi superiori senza  differenziare lo scenario in cui si sviluppa  la vita dei militanti, le frequenti convocazioni alle attività commemorative formali, con discorsi ancora più formali, e l’organizzazione di lavoro volontario nei giorni di riposo senza contenuto reale nè il debito coordinamento, generando spese e diffondendo irritazione e apatia tra i nostri compagni.
Questi criteri sono applicabili anche all’emulazione, movimento che con gli anni ha perso la sua essenza di mobilitazione dei collettivi operai, trasformandosi in un meccanismo alternativo di distribuzione di stimoli morali e materiali, non sempre giustificati, con risultati concreti che in non poche occasioni hanno generato frodi nell’informazione.
La Conferenza dovrà inoltre considerare le relazioni del Partito con l’Unione dei Giovani Comunisti e le organizzazioni di massa, per spogliarle dagli schematismi e dalle abitudini e perchè tutti riscattino la loro ragione d’essere, adeguata alle condizioni attuali.
In sintesi, compagne e compagni, la Conferenza Nazionale si centrerà nel potenziare il ruolo del Partito come massimo esponente della difesa degli interessi del popolo cubano.
Per raggiungere questa meta è indispensabile cambiare la mentalità, lasciare da parte i formalismi e le bravate nelle idee e nelle azioni, o, che è lo stesso, eliminare l’ immobilismo fondato nei dogmi  nelle consegne vuote, per giungere alle essenze più profonde delle cose, come brillantemente dimostrano nell’opera di teatro  “Abracadabra” i bambini della compagnia “La Colmenita”.
Solo così il Partito Comunista di Cuba potrà essere in condizioni d’essere per tutto il tempo il degno erede dell’autorità e della fiducia illimitata del popolo nella Rivoluzione e nel suo unico Comandante in Capo, il compagno Fidel Castro, il cui apporto morale e la sua guida indiscutibile non dipendono da alcun incarico, e che dalla sua condizione di soldato delle idee non ha smesso di lottare e di contribuire con le sue Riflessioni  che illuminano e con altre azioni per la causa rivoluzionaria e in difesa dell’umanità, di fronte ai pericoli che la minacciano. (….)


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