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Cagliari. Un primo risultato nella lotta dei migranti

Una quarantina di compagne e compagni hanno risposto all’appello lanciato dall’USB e dai migranti stessi. Una quarantina di persone che hanno deciso di non rimanere insensibili al fatto che 25 persone fossero messe fuori dal CARA di Elmas senza alcuna alternativa di alloggio e tantomeno di vita. Più volte ed in più occasioni l’USB/Migranti ha avuto modo di palesare il suo punto di vista riguardo il CARA di Elmas: esso va chiuso perché non rispetta nessun criterio per essere un centro di accoglienza! Sappiamo pure che l’alternativa per questi nostri compagni migranti non può essere la strada! Con loro abbiamo deciso, dunque, di manifestare per dare risalto alle loro richieste e, visti i precedenti, abbiamo deciso di non chiedere incontri istituzionali che avrebbero ripetuto la liturgia di quelli precedenti, assieme a loro, si è deciso di intraprendere questa altra via: l’occupazione simbolica di una chiesa. Anzi della chiesa simbolo poiché sede della Caritas. La manifestazione e ancor di più la determinazione dimostrata dai manifestanti : (da qui non sloggiamo)! ha avuto esito positivo: I 25 migranti hanno trovato un tetto. La Caritas è riuscita a trovarlo! E dalla stessa sera hanno potuto abbandonare i loro giacigli di Piazza Matteotti e vie limitrofe.

Poca cosa certo, rispetto agli obbiettivi che la USB/Migranti si pone, ma pur sempre qualcosa. Un risultato che sta a dimostrare che con la lotta e la determinazione qualcosa la si riesce ancora ad ottenere. Che ad essere certo della propria sconfitta è colui che alla lotta rinuncia in partenza.

Piccola nota a margine:

Nel corso della manifestazione si è pensato di fare un sit-in davanti al Comune, La DIGOS al fine di stemperare l’atmosfera che nel frattempo si era surriscaldata (simbolici blocchi stradali) ha pensato di chiedere un incontro con l’Amministrazione comunale. Né il sindaco e nemmeno un assessore hanno trovato il tempo di affacciarsi per dire un semplice buonasera, essi erano impegnati in una riunione dove si doveva discutere di “emergenza meteorologica”. Evidentemente pensavano che la stessa emergenza non potesse riguardare 25 persone costrette a dormire per strada!

Questo volantino è stato distribuito nel corso della manifestazione.

Perché manifestiamo.

Ci chiamate migranti. Profughi. Stranieri. Extracomunitari. E siamo persone. Persone donne e uomini che si sono visti costretti ad abbandonare i loro paesi di origine e recarsi altrove.

 Mentre tutti si arrovellano per classificarci o per codificarci, sono pochi coloro che si chiedono i motivi per i quali siamo qui:

 Proveniamo da paesi ricchissimi che sono stati ridotti all’indigenza mediante guerre e politiche di rapina dall’Occidente.

 Proveniamo da paesi dove ogni giorno c’è una nuova guerra e le armi sono le armi che vengono ideate, prodotte e vendute dalle vostre industrie e dai vostri governi.

 Voi che vi chiedete se siamo profughi per motivi di guerra o economici, non vi siete posti lo stesso problema allorché i vostri governi hanno pensato di esportare la vostra democrazia, a suon di bombe e colpi di stato nei nostri paesi.

 Non vi ponete la domanda, quando usate il vostro telefonino, sul luogo da cui provenga il materiale per costruirlo? né tantomeno vi chiedete quali siano le condizioni per estrarlo e il prezzo che venga pagato e dicasi lo stesso quando migliaia di ettari di terra vengono resi sterili per produrre la benzina che voi mettete nelle vostre macchine e le nostre case vengono distrutte dalle vostre multinazionali.

 Siamo migranti:

 Abbiamo fatto richiesta di asilo/protezione umanitaria e come tali vogliamo essere trattati.

Vogliamo che si metta fine alla speculazione sui nostri corpi.

Vogliamo i documenti!

Chiediamo di essere trattati come esseri umani!

La USB/Migranti fa proprie queste richieste e invita alla solidarietà. 

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