Zitto zitto, tra un proclama di “uscita dalla crisi” e un altro, un protagonista assoluto dell’andamento dell’economia globale è tornato a prendersi il suo posto al centro dell’attenzione. Le quotazioni del petrolio sono tornate ormai ai livelli precedenti l’inizio della crisi. Il Brent, il greggio estratto nel Mare del Nord, ha superato stamattina i 120 dollari al barile. Era dal 22 agosto 2008 che non raggiungeva questo livello (dopo il record storico, 147 dollari, fatto segnare nel luglio di quello stesso anno). Tra gli elementi determinanti, la guerra in Libia (che ha ridotto l’offerta di un milione di barili al giorno, almeno), la centrale di Fukushima (che ha ridotto la funzionalità di molte altre centrali per controlli e opere di manutenzione; ma soprattutto ha quasi cancellato il nucleare dalle opzioni per il futuro immediato), l’alta domanda che continua ad arrivare dalla Cina e dagli altri paesi emergenti.
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