Messa al tappeto dalle materie prime e dai titoli energetici (-3,86%), Wall Street ha finito la seduta di ieri in rosso con il Dow che ha archiviato la peggiore seduta da novembre.
Gli indici, già ampiamente in rosso, hanno accelerato al ribasso proprio sul finire degli scambi, mentre emergevano i primi dettagli delle esplosioni a Boston, Massachusetts, che hanno provocato tre morti e centinaia di feriti.
La giornata era iniziata male con un’economia cinese cresciuta meno delle attese. Segno del nervosismo tra gli investitori è stato il vix: l’indice della volatilità è balzato del 43% a 17,27. Si tratta del rialzo percentuale più alto dall’otto agosto del 2011, quanto il Vix era cresciuto del 50% a 48.
Il Dow Jones ha ceduto 265,86 punti, l’1,8%, a quota 14.599,20. L’Standard & Poor’s 500 ha lasciato sul terreno 36,49 punti, il 2,3%, a quota 1.552,36 e il Nasdaq ha perso 78,46 punti, il 2,4%, a quota 3.216,49.
I volumi degli scambi hanno raggiunto i massimi dello scorso 21 dicembre.
Il future dell’oro con consegna ad aprile, già reduce di un calo del 4% venerdì scorso, ha terminato la seduta di ieri in calo del 9,4% segnando la peggiore flessione percentuale dal 1983. Il contratto è sceso sui minimi di 14 mesi fa a quota 1.360,60 dollari all’oncia. I volumi di scambio del metallo giallo non sono mai stati così alti.
Il future ad aprile del petrolio ha registrato un -2,8% a 88,71 al barile. Il che significa che il bisogno di energia – causa rallentamento dell’economia globale – è considerato in drastico calo.
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