Vola senza più freni il prezzo del petrolio. Il barile Wti con consegna a giugno ha messo a segno un progresso dello 0,9% a quota 109,20 dollari. Mentre il Brent – vero nuovo rifermento intenrazionale – viene venduto a 121,88 dollari al barile (+0,5%). Concorrono a questo rialzo sia l’indebolimento del dollaro (dopo l’allarme di Standard&Poor’s sul debito pubblico statunitense), sia l’andamento della guerra contro la Libia (che non sembra aver soluzione a breve termine, e tantomeno favorevole alle compagnie petrolifere occidentali, e toglie dal mercato quasi un milione e mezzo di barili al giorno, su 84), sia le difficoltà a supplire questa mancanza da parte degli altri produttori di greggio (Arabia Saudita, soprattutto).
Stesso destino per il prezzo dell’oro, tradizionale bene rifugio nei periodi di crisi. Ha superato i 1.500 dollari l’oncia (28,34 grammi) e sembra destinato a salire ancora.
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