La polizia israeliana ha elevato da oggi lo stato di allerta in tutto il paese in previsione di possibili mobilitazioni della minoranza palestinese residente in Israele in occasione della Nakba (Giorno della Catastrofe), che cade domenica 15 maggio. Con questa ricorrenza i palestinesi ricordano la pulizia etnica di 800.000 persone seguito alla proclamazione dello Stato d’Israele, nel maggio del 1948, e alla successiva espansione coloniale israeliana.
La polizia israeliana ha deciso di limitare l’accesso alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme solo a musulmani di oltre 50 anni e in possesso di carta d’identità israeliana. Anche in Cisgiordania l’esercito israeliano ha consolidato gli apparati di sicurezza e inviato rinforzi per far fronte alle grandi manifestazioni previste. Secondo il capo uscente dello Shin-Bet (il servizio segreto di sicurezza interno israeliano) Yuval Diskin, a preoccupare non sono tanto le manifestazioni in occasione della Nakba, quanto «la situazione esplosiva» che potrebbe crearsi nei Territori Palestinesi se a settembre i palestinesi proclameranno unilateralmente la costituzione d’un loro Stato dopo l’annunciata richiesta di riconoscimento dinanzi all’Assemblea Generale dell’Onu.
Dallo scorso anno, le autorità israeliane hanno introdotto il divieto di celebrare la Nakba perchè “mette in discussione lo Stato di Israele”. Misure sono state adottate anche per far togliere dai libri di testo la Nakba palestinese.
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