A Shanghai una persona ogni 175 è un milionario con un patrimonio di almeno 10 milioni di yuan (che corrispondono però a non oltre 1 milione di euro). Lo rivela uno studio dell’istituto di ricerca Hurun. Nella capitale economica cinese, sempre secondo la ricerca, ci sono 132.000 persone con un patrimonio personale di oltre 10 milioni di yuan. Shanghai è seconda solo a Pechino, dove ci sono 170.000 milionari. Rispetto all’anno scorso Shanghai ha registrato una crescita dell’8,2% dei milionari mentre il PIL, sempre rispetto allo scorso anno, è cresciuto del 9,9%, secondo le statistiche del governo. Circa il 55% dei milionari di Shanghai devono la loro ricchezza alla loro attività privata. Circa il 20% sono speculatori edilizi che hanno fatto fortuna soprattutto grazie al rapido aumento dei prezzi del mercato immobiliare. Circa il 15% sono i guru del mercato azionario e questi sono anche i più giovani milionari, con un’età media di 38 anni. Il restante 10% sono dirigenti con alti stipendi. Circa il 30% dei milionari sono donne. I due più ricchi di Shanghai risultano essere due magnati. Uno dei due, Xu Romgmao, è anche un noto filantropo. L’anno scorso ha donato in beneficenza 18 milioni di dollari. Il più giovane miliardario nato a Shanghai è la stella del basket, Yao Ming, di soli 30 anni. (Ansa)
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giancarlo staffolani
Cina: modo di produzione e classi
Queste note sono parte di un lavoro di ricerca in corso che dovrà servire al dibattito tra comunisti.
Queste riflessioni non hanno nulla che spartire con tutti luoghi comuni anticinesi della “sinistra” occidentale e di vari opinionisti che dietro una saccenteria superficiale non riescono a nascondere il loro anticomunismo
La Cina rivoluzionaria, oggi è diventata una nuova potenza economica mondiale in cui le forze produttive materiali hanno avuto un gradissimo sviluppo, è una formazione sociale con diversi modi di produzione, in cui però un modo di produzione prevale sempre sugli altri.
Pertanto nella formazione sociale cinese continuano ad esistere le classi e la lotta di classe,.
La lotta di classe assume caratteri qualitativamente diversi a seconda di quale è il modo di produzione dominante e della classe che, di conseguenza, assume il potere politico effettivo.
Il Partito Comunista Cinese è però tale solo se in questa lotta di classe si pone, nelle forme adeguate alla realtà cinese, come guida del proletariato per il potere politico in direzione del socialismo.
La Cina ed il Pcc (il più grande partito del mondo)sono una questione centrale, prioritaria per le prospettive strategiche dei comunisti di tutto il mondo. Non ci si può sottrarre ad affrontare il problema, bisogna condurre una analisi critica con rigore teorico scientifico materialista storico e dialettico, ovvero secondo la concezione di classe del proletariato rivoluzionario.
Bisogna porre al centro la questione di quale sia oggi in Cina il grado della contraddizione tra le forze produttive materiali ed i rapporti sociali di produzione.
Diceva Mao Tse-tung: “se si combatte per il socialismo bisogna sapere dove si annida la classe nemica la borghesia” in quali forme e con quali rapporti di forza. Il socialismo secondo Mao non va inteso come modello precostituito, ma la transizione come fase contraddittoria, che si evidenzia, nei soggetti, negli obbiettivi e nelle forme, ovvero il conflitto tra la “via socialista “ e la “via capitalista”(1)
I Partiti maoisti dell’Asia meridionale (India, Nepal, ecc.) hanno avviato questo percorso critico con coraggio rivoluzionario e con risultati teorici e pratici molto importanti per il tutta il sud dell’Asia.
Su questa base teorica si sta sviluppando quello che sta diventando oggi un movimento rivoluzionario di portata mondiale.
Il maoismo asiatico con le sue elaborazioni teoriche originali è troppo spesso ignorato e snobbato dai pregiudizi di quasi tutta la sinistra occidentale con la puzza al naso.
Note
(1) Mao: lotta di classe e modo di produzione
“La lotta di classe tra il proletariato e la borghesia durerà molto a lungo. La contraddizione tra le forze produttive e i rapporti di produzione, e le loro contraddizioni con la sovrastruttura continueranno ad esistere in ogni società umana finché vi sarà un modo di produzione; infatti all’interno di un modo di produzione si riformano i rapporti di autorità e di soggezione, di comando e di obbedienza, dentro cui si riproducono i rapporti della produzione capitalista.”
(Mao Tse tung Opere scelte 1964)