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Siria. Oggi nuovo giornata di proteste e di sangue. Cinque o otto morti

Le forze di sicurezza siriane hanno aperto il fuoco contro la folla riunita per almeno due manifestazioni di protesta nella città di Homs, riferisce l’agenzia Reuters, mentre manifestazioni si sono tenute oggi in tutto il paese. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha detto che nella città costiera di Banias, c’è stata la manifestazione più grande da quando sono scoppiate le rivolte nel sud della Siria, nove settimane fa. Migliaia di persone hanno protestato oltre che a Banias, anche ad Qamishli, nella capitale Damasco e ad Homs, hanno detto testimoni e attivisti, sfidando l’ingente presenza di truppe e il dispiegamento di forze di sicurezza per sedare le proteste contro il governo autocratico del presidente Bashar al-Assad. A Homs quattro persone sono state uccise, nel centro della Siria, mentre ci sarebbe un altro morto a Sanamein, nel sud del Paese, dopo che le forze di sicurezza del regime hanno aperto il fuoco per disperdere le manifestazioni pro-democrazia, hanno riferito dei testimoni. Secondo altre fonti come l’emittente saudita Al-Arabiya, il bilancio delle vittime sarebbe invece.Nel paese sono ormai in corso da mesi manifestazioni e cortei di protesta contro il governo di Assad. Proprio ieri il presidente americano Barack Obama ha appoggiato pubblicamente i movimenti di protesta in Siria, chiedendo apertamente ad Assad di procedere all’attuazione di un programma di riforme o di farsi da parte. L’Unione Europea valuterà lunedì, nel corso del consiglio dei ministri degli Esteri europei a Bruxelles, l’ampliamento delle sanzioni sulla Siria contro altri esponenti del governo tra cui il presidente Bashar al Assad. Le sanzioni – come quelle finora imposte dall’Ue ad altre personalità siriane – saranno di tre tipi: blocco dei visti, embargo sulla vendita di armi e congelamento dei beni, ha precisato un portavoce della Farnesina. La misura, ha aggiunto, “è già stata discussa” dai diplomatici, “c’è un consenso a livello tecnico” ma “data l’importanza del provvedimento si è convenuto di lasciare la decisione ai ministri degli Esteri”.

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