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Cina. 2 morti e 16 feriti tra gli operai Foxconn

Almeno due operai sono morti, e altri 16 sono rimasti feriti, a causa di un’esplosione in una fabbrica cinese della Foxconn, azienda di proprietà della taiwanese Hon Hai che produce per conto della Apple gli iPhone, iPad e iPod: la notizia è stata diffusa venerdì sera dall’agenzia Nuova Cina, citando un portavoce di Chengdu, nella provincia sud-occidentale di Sichuan.
Nell’ottobre scorso, la Foxconn ha investito 2 miliardi di dollari per aprire la fabbrica di Chengdu, dove si producono i più famosi prodotti della Apple ma anche computer portatili e altre apparecchiature elettroniche per aziende occidentali. Lo scorso anno, la Foxconn fu al centro di feroci polemiche in tutto il mondo per un’ondata di suicidi tra gli operai nella «fabbrica-dormitorio» a Shenzhen e a quasi un anno di distanza le condizioni di lavoro nelle fabbriche dove si assembla il «melafonino» restano molto difficili. Steve Jobs, numero uno della Apple, ha respinto le accuse, sostenendo che la Foxconn «non è una fabbrica di schiavi».
Con venti fabbriche in Cina, la Foxconn impiega più di 800.000 lavoratori, cosa che fa l’azienda di Taiwan la più grande al mondo in componenti elettronici: solo a Shenzhen, nel sud-est della Cina, lavorano 420.000 persone, che producono circa il 70% dei prodotti della Apple, oltre a componenti per Siemens, Nokia, Sony, Hewlett-Packard, Dell e altri. Secondo quanto denunciato da alcuni dipendenti, nonostante le promesse dell’azienda di un aumento di stipendio, la paga è rimasta bassa, circa 1100 yuan al mese, intorno ai 120 euro, che arrivano a un massimo di 220 con gli straordinari, ottenuti con turni massacranti.

 

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