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Cina. Le autorità chiudono 600 fabbriche inquinanti

Le autorità della provincia dello Zhejiang hanno arrestato 74 persone e bloccato l’attività produttiva di oltre 600 fabbriche dopo la scoperta di un nuovo avvelenamento a causa del piombo. Lo ha annunciato il governo della provincia orientale cinese, rivelando i risultati di due mesi di indagini in aziende per lo smaltimento di batterie, metalli e residui di fusioni dopo che 172 persone, tra le quali 53 bambini, si sono ammalati a causa dell’avvelenamento da piombo nella città di Taizhou. Sono 652 le aziende a cui le autorità hanno tagliato elettricità e acqua obbligandole alla chiusura. Gli ispettori mandati da Pechino hanno scoperto 148 casi si violazioni dell’inquinamento ambientale e hanno elevato contravvenzioni per oltre 800 mila euro. Il governo cinese, all’inizio dell’anno, ha annunciato l’intenzione di ridurre nei prossimi cinque anni il libello di emissioni di piombo, mercurio, cromo, cadmio e arsenico di almeno il 15% rispetto ai livelli del 2007. Nell’ottobre del 2009 solo nella provincia centrale dell’Henan, furono trovati circa 1.000 bambini positivi all’inquinamento di piombo.

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