Un elicottero Chinook è precipitato la scorsa notte nell’Afghanistan dell’est, probabilmente raggiunto da un razzo, provocando la morte dei 38 militari che erano a bordo. La maggior parte delle vittime sono militari Nato, ma ci sono anche soldati afgani. Dei 31 soldati americani morti, 25 erano dei Navy Seals (le squadre speciali protagoniste, tra l’altro, della cattura e uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan), ha detto una alto ufficiale militare citato dall’Abc. Anche i sette militari afgani morti nell’incidente facevano parte delle forze speciali, e apparentemente, al momento stavano conducendo un raid assieme ai Navy Seals. Il velivolo è stato abbattuto dagli insorti che erano impegnati in uno scontro con le forze della coalizione.
L’elicottero è stato colpito da un razzo lanciato nella valle di Tangi, nella provincia di Wardak. I talebani hanno rivendicato l’attacco: il portavoce Zabiullah Mujaheed, ha detto che gli insorti hanno abbattuto l’elicottero la scorsa notte. I morti tra gli insorti sarebbero otto.
Si tratta del peggiore incidente in termini di bilancio di perdita di vite umane per le truppe internazionali fin dall’inizio della guerra nel 2001. Il presidente Usa Barack Obama ha reso onore ai caduti, salutandone il “sacrificio straordinario”. La grave tragedia giunge a circa tre settimane dall’inizio del ritiro delle truppe americane e a due dalla realizzazione della prima fase di trasferimento della sicurezza dall’Isaf a polizia ed esercito afghani in sette fra province e città fra le più calme del paese. L’intero processo di transizione dovrebbe terminare entro la fine del 2014. Ma episodi come questo dimostrano quanto sia complesso il cammino verso la pace e la riconciliazione in Afghanistan, anche per la forza dimostrata sul terreno dai talebani che da maggio scorso hanno avviato una offensiva contro le forze di sicurezza nazionali ed internazionali. Sono state uccise numerose personalità afgane, fra cui a Kandahar City anche il fratellastro del capo dello Stato, Ahmad Wali Karzai, e pochi giorni dopo il sindaco della stessa città.
E la missione Isaf è sempre sotto attacco anche da parte delle autorità afgane e delle organizzazioni per i diritti umani, per il ripetersi di operazioni con un alto costo di vite tra i civili. Anche ieri sono stati uccisi nel distretto di Nad Ali, l’imam di una moschea e sette membri della sua famiglia. Con l’incidente odierno il bilanci dei soldati stranieri morti in Afghanistan è salito, in un calcolo non ufficiale realizzato con il contributo della ong Icasualties.org, a 375 dall’inizio dell’anno, e a 41 dal primo agosto 2011.
(da Repubblica in line)
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