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Sudafrica. La Rete insorge contro il nazista bianco

Un ragazzo bianco che sorride tronfio con un fucile in mano, accovacciato sulla sua preda di caccia: un bambino nero, apparentemente senza vita. È la foto agghiacciante finita su Facebook, su un profilo ispirato all’acceso sostenitore dell’apartheid, Eugene Terreblanche, ex leader del Movimento di resistenza Afrikaaner ucciso a colpi di machete lo scorso anno. Tutto il profilo del personaggio, che con un gioco di parole si nasconde sotto il nome «Terrorblanche» è del resto piuttosto inquietante e riporta alla memoria personaggi come Breivik, l’autore della strage di Oslo che si era fatto ritoccare il volto per sembrare più ariano. Ma il Sudafrica ha la sua storia alle spalle e la foto del «cacciatore di bimbi neri», rievoca un passato che fa rabbrividire. Per questo la procura di Johannesburg ha immediatamente aperto un’inchiesta, chiedendo a chiunque riconosca quel volto sorridente e soddisfatto, di dare informazioni. Anche se il timore è che la foto possa essere stata ritoccata e sia difficile risalire all’autore della pagina Facebook. «Eugene Terrorblanche», come si fa chiamare, dice sul suo profilo di essere un lavoratore autonomo, di amare le armi, in particolare coltelli e pistole, e il close combat, lotta corpo a corpo. La foto shock ora non compare più sul social network ed è stata sostituita da quella di un militante a cavallo con la bandiera del Movimento di Terreblanche, l’estremista di destra che cercò in ogni modo di impedire la fine dell’apartheid, ispirando un movimento dai tratti filo-nazisti, che non esitò a ricorrere agli attentati per affermare le proprie idee e minacciando negli anni ’90 di far scoppiare una guerra civile se il presidente De Klerk avesse consegnato il potere a Nelson Mandela. Su Facebook Terrorblanche ha 569 amici, ma dopo la comparsa della foto hanno iniziato a diminuire e il social network si è ribellato: sono nati diversi gruppi intitolati «arrestiamo Terrorblanche» (uno anche italiano) al quale hanno aderito centinaia di persone. E molti utenti del social network hanno cercato di aiutare le indagini postando ingrandimenti e dettagli della foto.

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