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Francia. Tassare le transazioni finanziarie

Difficile tagliare solo la spesa sociale si rischia di scatenare la paura e la frustrazione delle popolazioni. Così torna fuori l’ipotesi che un tempo l “sinistra radicale” propagandava come “l’arma finale” contro il capitalismo: la tassa sulle transazioni finanziarie.

Il ftto che ora venga prposta da governi di destra, come quello francese, dovrebbe far capire che non incepperebbe proprio nulla. Aumenterebbe un po’ le entrate degli stati, limando un po’ di più i profitti dei finanzieri. Che troverebbero immediataemnte altri “prodotti finanziari” per recuperare la limatura.

Leggere per credere: ecco come Il Sole 24 Ore ha presentato l’idea.

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Tassare le transazioni per fermare la speculazione

Vincenzo Del Giudice

Una tobin tax alla francese. Una tassa sulle transazioni finanziarie così da scoraggiare la speculazione e stabilizzare i mercati. È questa la proposta del ministro delle finanze francesi, François Baroin, che sarà presentata a settembre e che a Parigi si spera possa essere approvata nel G-20 previsto per i primi giorni di novembre a Cannes, in Costa Azzurra.

In una intervista concessa all’edizione online del Journal du Dimanche, il ministro parigino ha detto che sostanzialmente quella di una tassa sulle grandi transazioni finanziarie è l’unica misura che i governi europei possono prendere per fermare la speculazione che impazza sui mercati finanziari di tutto il mondo.

Due giorni fa, in visita a Pechino, Baroin aveva dichiarato che Francia e Germania lavorano insieme per sostenere l’euro, «ma la discussione per l’emissione sugli Eurobond non è una priorità di questo momento…». Il ministro aveva aggiunto che la Francia sarà in grado di rilanciare l’occupazione e che la fiducia delle imprese del Paese è in ripresa. E a proposito di un piano per l’integrazione finanziaria sull’asse Parigi-Berlino, discusso a seguito dell’incontro fra il ministro francese dell’Ump (il partito di Sakozy, ndr) e il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble, che sembra più un desiderio che una reale possibilità, Baroin ha affermato che «i tempi dei mercati finanziari non sono gli stessi di quelli della democrazia».

Baroin ha poi sottolineato, rispetto alle misure anticrisi approvate dal governo di Parigi guidato da François Fillon, che il piano del primo ministro «è adatto alla situazione». Contributo di solidarietà , compreso. Baroin, infatti, ha spiegato che la tassa di solidarietà sui redditi alti consentirà al governo transalpino di raccogliere ulteriori risorse per i bilanci dello stato. Un importo supplementare, sottolinea Baroin, in una manovra da oltre 11 miliardi di euro. Il ministro francese ha assicurato che il Governo di Parigi cercherà in ogni modo di non scalfire il potere d’acquisto delle classi più «fragili». Che poi è quello che tutti i governi europei dicono di voler fare. Promessa che in Francia, in questo momento, assume anche un altro aspetto. L’anno prossimo infatti i francesi torneranno alle urne.

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