La Fed ha gli strumenti ed è pronta a sostenere l’economia: farà «tutto quello che può» per la crescita e il mercato del lavoro in un contesto di stabilità dei prezzi. A ribadirlo è il presidente della Fed, Ben Bernanke, in attesa del discorso del presidente Barack Obama in Congresso, dove presenterà nuove misure per 300 miliardi di dollari per l’occupazione, con sgravi fiscali e investimenti pubblici. Si tratta di un «pacchetto sostanziale» afferma il segretario al Tesoro Timothy Geithner, sottolineando che le banche centrali «non hanno finito le munizioni» per sostenere l’economia. L’American Jobs Act – assicura il direttore della comunicazione della Casa Bianca, Dan Pfeiffer – è coperto finanziariamente. «Il Congresso »deve approvarlo«, rincara la dose il capo dello staff della Casa Bianca, William Daley, temendo l’opposizione dei repubblicani alla Camera a nuove spese. Un invito alla politica e al Congresso arriva anche da Bernanke: le decisione vanno assunte senza »trascurare la fragilità dell’economia«. E il presidente della Fed avverte: »un sostanziale risanamento dei conti nel breve termine potrebbe aumentare i venti contrari sulla crescita economica e il lavoro«. Le politiche di bilancio non possono avere un effetto distruttivo sui mercati: la sostenibilità fiscale è un processo di lungo termine. La Fed comunque è pronta ad aiutare e »ha una serie di strumenti che possono essere usati per fornire ulteriori stimoli. Abbiamo discusso i meriti e i costi di questi strumenti nella riunione di agosto e continueremo a considerarli in settembre e siamo pronti a usarli se appropriato per promuovere una più forte ripresa economica in un contesto di stabilità dei prezzi« mette in evidenza Bernanke. Le opzioni ha disposizione della Fed sono -secondo il Wall Street Journal – tre. La prima è l»operation twist’, ovvero l’estensione della scadenza del portafoglio titoli. La seconda è «la riduzione o l’eliminazione» dei tassi di interesse che la Fed paga alle banche sulle riserve depositate alla banca centrale. Una terza è rendere più chiari i piani per i tassi di interesse, con alcuni membri della Fed che ritengono che l’impegno a mantenere i tassi bassi fino al 2013 non «è stato abbastanza specifico e vorrebbero che la Fed determinasse a che tasso di disoccupazione e di inflazione i tassi aumenteranno». «La ripresa dalla crisi – aggiunge – è stata meno robusta di quanto abbiamo sperato. La recessione è stata più profonda e la ripresa più debole di quanto pensato. Il ritmo della crescita economica negli ultimi due anni è stato insufficiente per un calo del tasso di disoccupazione». I rischi al ribasso sull’economia «sono maggiori». Bernanke cerca di smorzare i timori di una spaccatura all’interno del Fomc, l’organismo decisionale della Fed: «è naturale che ci sia del disaccordo. la Fed ha il più alto livello di collegialità». E scherza con il pubblico: a chi gli chiedeva se avesse visto il film ‘Too big to fail« ha risposto: »No, ho visto l’originale« riferendosi alla crisi.
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