Si approfondisce lo “scandalo” delle rivelazioni sui viaggi di Tony Blair – ex premier inglese e addirittura “laburista” – in Libia per incontrare segretamente il “reprobo” Gheddafi alcuni anni fa. Ma se il tappo sembra saltato, la quantità di melma che sta uscendo fuori va oltre le più fervide fantasie.
L’ex premier britannico Tony Blair, di nuovo sotto le luci della ribalta per i suoi rapporti con Muammar Gheddafi, andò segretamente in Libia nel 2008 e 2009 per conto della banca d’affari americana J.P. Morgan. Lo scrive il Daily Telegraph che ieri, nell’edizione domenicale, aveva rivelato i due viaggi dell’ex premier. Una fonte della Libyan Investment Authority, il fondo da 70 miliardi di dollari usati per investire il petrolio libico all’estero, ha detto che Blair è stato uno di tre importanti uomini d’affari stranieri che trattavano regolarmente con Saif al Islam, il figlio di Gheddafi educato a Londra a cui facevano capo le attività del fondo.
Gli altri uomini d’affari erano un britannico e un ex diplomatico americano. «Le visite di Blair erano puramente di lobby per conto della banca Usa», ha detto la fonte secondo cui, a differenza di altri investimenti gestiti da Goldman Sachs, quelli di J.P. Morgan non erano mai andati «a male». Secondo quanto ha scoperto il Sunday Telegraph sulla base di documenti nella capitale libica, Blair volò a Tripoli nel giugno del 2008 e nell’aprile del 2009 a spese del colonnello.
Gli incontri non figurano nell’agenda ‘pubblica’ dell’ex premier che aveva lasciato Downing Street e hanno destato sospetti in Gran Bretagna perchè precedono il rilascio da una prigione della Scozia dell’unico uomo condannato per la strage di Lockerbie, Abdelbasset al Megrahi.
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