Prevenire un’altra “primavera” è meglio che doverle correr dietro con in carri armati. In base a questo ragionamento, con qualche attendibiitò, i monarchi sauditi aìhanno deciso di abbandonare un centenario divieto per le donne a partecipare alla vita politica (oltre che a guidare l’auto, ecc). Vedremo se la “svolta riformista” sarà considerata da quel popolo “sufficiente” a far rientrare l’insieme delle altre rivendicazion democratiche, oppure come un segno di deboleza del regno dei Saud.
Non possiamo però non sottolineare come, anche sotto quelle latitudini, la religione sia una funzione elastica dell politica (e dell’economia), piuttosto che una “sfera pura e incontamitata” destinata a permanere sempre uguale nei secoli.
Il re d’Arabia saudita Abdullah bin Abdul Aziz ha annunciato oggi che le donne entreranno a far parte della Shura (il Consiglio consultivo) del regno a partire dalla sua prossima sessione e che potranno candidarsi alle prime elezioni municipali che seguiranno quelle del 29 settembre, per loro ancora vietate.
Contestualmente alla possibilità di candidarsi alle municipali, il sovrano ha anche concesso alle donne il diritto di voto. Re Abdullah ha fatto l’annuncio oggi davanti alla Shura: «Dato che rifiutiamo di emarginare le donne in tutti i ruoli della società che sono conformi alla sharia – ha affermato il monarca – abbiamo deciso, dopo consultazioni con i nostri consiglieri religiosi e con altri… di inserire le donne nella Shura come membri a partire dalla prossima sessione». «Le donne – ha aggiunto – potranno candidarsi alle elezioni municipali e avranno anche il diritto di voto». Nel regno wahhabita ultranconservatore le uniche elezioni che si svolgono sono quelle municipali. Le prossime sono previste il 29 settembre ma a queste le donne ancora non potranno partecipare. Quelle che seguiranno dvrebbero svolgersi fra quattro anni.
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