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Le banche cinesi hanno problemi seri. Pechino interviene

Il governo cinese aumenterà la propria quota negli istituti principali del paese, nel tentativo di frenare il calo dei titoli finanziari e ripristinare “la fiducia degli investitori”, secondo quanto riporta l’agenzia Xinhua.

Central Huijin Investment, una sussidiaria del fondo di Stato China Investment Corporation, acquisterà azioni di: Agricultural Bank of China (39,1 milioni di azioni), Bank of China (3,5 milioni), China Construction Bank (7,38 milioni) e Industrial and Commercial Bank of China (14,6 milioni).

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa cinese l’acquisto da parte di Huijin, il primo intervento pubblico di questo tipo dalla crisi finanziaria di tre anni fa, servirà a “supportare la salute e lo sviluppo delle operations di queste istituzioni finanziarie e a stabilizzare il prezzo dei titoli”.

Attraverso Huijin il governo è già l’azionista di maggioranza nelle banche principali del paese.

A guidare i sell dei titoli delle principali banche della Cina di recente gli scandali e le irregolarità contabili che hanno coinvolto le società cinesi quotate negli Usa. Questa incertezza si è poi estesa ad altri asset disponibili agli investitori esteri, tra cui proprio le banche, vista l’incertezza che potrebbero non dirla tutta riguardo debiti irredimibili, dopo anni in cui c’è stato un forte aumento dei prestiti.

L’intervento conferma che anche il sistema finanziario cinese, per quanto controllato attentamente dallo Stato, e forte di liquidità come nessun altro al mondo (tranne forse alcuni paesi petroliferi del Golfo), risente della situazione globale, che ha portato – in Europa – a un sostanziale blocco del credito fra banche.

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