lunedì 24 ottobre. Il sequestro della cooperante italiana Rossella Urru, assieme a due operatori spagnoli, avvenuto nella notte fra sabato e domenica nel campo rifugiati di Tinduf, sarebbe opera di Al Qaeda nel Magreb islamico (Aqmi), secondo il rappresentante ad Algeri del Fronte Polisario, Brahim Ghali, citato oggi dai media iberici. «Accuso direttamente Al Qaeda nel Maghreb di essere dietro il sequestro dei tre stranieri», ha dichiarato Ghali, citato da El Pais.
Il sequestro è avvenuto nella zona del sudest dell’Algeria dove i nazionalisti saharawi, il movimento per l’indipendenza del Sahara Occidentale, sono insediati da 35 anni. Intorno alla mezzanotte di sabato, una decina di uomini vestiti da militari, a bordo di almeno due fuoristrada, hanno fatto irruzione a Rabuni, il centro amministrativo della autoproclamata Repubblica Araba Saharawi Democratica, vicino Tinduf, e si sono diretti nell’edificio dove solo alloggiati i cooperanti stranieri che non risiedono negli accampamenti dei rifugiati, secondo testimonianze citate dai media iberici. Dopo una breve sparatoria, hanno catturato Rossella Urru, del Comitato di cooperazione italiano per lo sviluppo dei popoli (Ccisp) e gli spagnoli Ainhoa Fernandez de Rincon, dell’Associazione di amici del popolo saharawi in Estremadura, ed Enric Gonyalons, della Ong Mundubat.
«I due spagnoli e l’italiana rapiti – ha precisato la fonte – sono stati presi in ostaggio da elementi dell’Aqmi, sotto l’autorità di Moktar Belewar», capo algerino di una branca dell’Aqmi. Anche l’ambasciatore Saharawi e rappresentante degli indipendentisti del Fronte Polisario ad Algeri Brahim Ghali ha accusato l’Al Qaida del Maghreb di essere responsabile del rapimento.
Rossella Urru, la cooperante italiana rapita insieme ad altri due volontari spagnoli, lavorava in Algeria in un campo profughi del popolo saharawi o del Sahara occidentale, la cui battaglia per l’indipendenza dura ormai da oltre 35 anni anni. Ex possedimento spagnolo abbandonato in tutta fretta alla morte di Francisco Franco, il Sahara occidentale – un’ampia striscia di deserto affacciata sull’Oceano Atlantico e abitata oggi da duverse decine di migliaia di persone – fu annesso dal Marocco nel 1975. Da allora, i miliziani del Fronte Polisario (Fronte popolare per la liberazione del Seguya el Hamra e del Rio de Oro) rivendicano l’indipendenza del territorio, in cui hanno unilateralmente proclamato una Repubblica autonoma, e – forti del sostegno della vicina Algeria – si battono per ottenere il ritiro dei militari marocchini. Tra Rabat e Algeri vi è tutt’ora, a causa di ciò, un gelo diplomatico.
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