L’Adedy, uno dei due maggiori sindacati di Grecia dei lavoratori del settore pubblico, si prepara a nuove mobilitazioni entro la prima decade di novembre contro le misure varate dal governo di Giorgos Papandreou. Nel frattempo i proprietari di taxi, camion e autocisterne preannunciano nuovi scioperi ad oltranza nel caso in cui il disegno di legge che prevede la completa liberalizzazione della loro professione venisse presentato in parlamento senza emendamenti. Oggi termina lo sciopero dei dipendenti del ministero delle finanze, iniziato il 17 ottobre. Ieri e oggi gli avvocati di tutta la Grecia si astengono dal lavoro e così faranno anche giovedì 3 e venerdì 4 novembre. Gli avvocati «esprimono la loro netta opposizione alla continua e senza precedenti offesa dei fondamentali diritti dei cittadini, garantiti dalla Costituzione, con le misure decise dal governo». Anche i conducenti degli autobus delle linee extraurbane continuano il loro sciopero e potrebbero bloccare le uscite delle stazioni principali dei bus. Intanto il portavoce del governo, Ilias Mosialos, conferma che sarà sufficiente una maggioranza semplice (151 deputati su 300) e non allargata (180) per approvare l’accordo sul taglio del debito. Era stato il ministro delle finanze Venizelos a parlare dell’opportunità di un voto dei tre quinti dei parlamentari.
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