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Ue. Non si vendono nemmeno i Bund tedeschi

Bisogna ammettere che sul piano economico non c’è una sola buona notizia.

I titoli di Stato messi in asta oggi dal governo tedesco – la Germania, notate bene! – hanno trovato una domanda decisamente deludente: dei sei miliardi offerti solo 3,64 miliardi sono andati venduti, con un rendimento di appena l’1,98% e il 35% andato invenduto. Lo comunica l’Agenzia del debito, che attribuisce l’esito dell’asta al nervosismo dei mercati. Che a quanto pare cominciano a temere persino i Bund, i titoli più sicuri del continente (e che rendono perciò pochissimo).

L’asta dei titoli di Stato tedeschi a 10 anni ha visto la peggiore domanda di tutti i tempi e senza l’intervento «massiccio» della Bundesbank (che avrebbe comprato 2,356 miliardi) sarebbe andato scoperto un ammontare ancora maggiore. Il Tesoro tedesco ha emesso 3,644 miliardi di euro di titoli decennali.

A sotterrare qualsiasi velleità di ottimismo ci pensa la famogerata agenzia di ranting Standard & Poor’s. Secondo la quale in gran parte dell’area euro c’è un elevato rischio di recessione nel 2012, a causa degli alti rendimenti dei titoli di Stato e delle difficoltà del settore bancario. Il direttore generale per i rating sovrani, David Beer’s, avverte: «una recessione nell’area euro, se protratta nel tempo, senza dubbio minerebbe gli sforzi di consolidamento fiscale e intensificherebbe la pressione sul merito di credito di molti emittenti sovrani».

Da Atene, ovviamente, non potevano arrivare messaggi migliori. La Grecia rischia una «discesa incontrollata che minaccerebbe molti dei successi degli ultimi decenni, portando il Paese fuori dall’area euro». L’allarme viene dal rapporto 2011 della banca centrale ellenica, che giudica il nuovo pacchetto di aiuti europei da 130 miliardi l’ultima chance per il Paese.

Del resto, la bozza di rapporto della Commissione europea non (si) lascia grandi orizzonti: senza risposte «convincenti» alla crisi dell’Eurozona, le prospettive economiche sono destinate a «peggiorare rapidamente» in tutta l’Ue. Il testo dovrà essere esaminato e approvato oggi.

Le prospettive economiche già indicano una sostanziale stagnazione, con un livello di disoccupazione che l’anno prossimo e nel 2013 esaspererà l’impatto sociale della crisi. Il rilancio della crescita dipende dalle azioni per risolvere i problemi dei debiti sovrani e dalla capacità dei Paesi dell’Eurozona di mettere in atto politiche economiche solide. «Bisogna porre fine a questo prolungato periodo di incertezza», avverte la Commisssione.

Alla fine il commento del presidente della Commissione, Josè Barroso, è sembrato sconsolato ma inevitabile: «il quadro economico è più triste dell’estate, il rischio è più grande, c’è meno fiducia e la ripresa è al palo».

Alleluja! Ma adesso interviene Monti e gli fa vedere lui…

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