Il governo indiano ha sospeso il provvedimento che permette l’ingresso e l’apertura in tempi rapidi di multinazionali straniere nel settore della grande distribuzione. Lo ha riferito oggi il ministro delle Finanze della Unione Indiana, Pranab Mukherjee, al Parlamento aggiungendo che la decisione di autorizzare «Investimenti esteri diretti (Fdi)» nel settore del commercio al dettaglio «è rinviata in attesa di raggiungere un consenso tra le forze politiche».
Il rinvio è stato deciso stamani in una riunione di tutte le forze politiche convocata prima dell’apertura della seduta del Parlamento che dal 22 novembre (da quanto è iniziata la sessione invernale) era bloccato dalla protesta delle opposizioni. In diverse città i piccoli commercianti avevano organizzato nei giorni scorsi scioperi e manifestazioni di protesta.
Il via libera ai capitali stranieri fino al 51% nei supermarket multimarca e fino al 100% in quelli monomarca era stato duramente contestato dall’opposizione di centrodestra e anche da alcuni alleati di sinistra all’interno della coalizione di maggioranza guidata da Sonia Gandhi. Secondo gli oppositori, l’arrivo dei giganti della grande distribuzione come WallMart e Carrefour, rischia di creare enormi danni ai piccoli commercianti e ambulanti senza portare alcun vantaggio agli agricoltori. Il governo, invece, si dice convinto che l’apertura alle multinazionali straniere avrà il vantaggio di calmierare l’inflazione e soprattutto creare le infrastrutture, come una catena del freddo, necessarie per eliminare la grande quantità di sprechi di prodotti agricoli. La marcia indietro, anche se non definitiva, è vista come un nuovo elemento di imbarazzo per il premier Manmohan Singh, in forte calo di popolarità per una serie di scandali.
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