Unione Europea. Da oggi in vigore il “Six Pack”
Governance blindata per non avere ostacoli sulle tabelle di marcia dei governi unici delle banche.
Da oggi entrano in vigore le misure contenute nel cosiddetto «six pack», il pacchetto legislativo per il rafforzamento della governance e della disciplina di bilancio approvato a Bruxelles, che porterà ad un «cambiamento radicale nel modo di fare sorveglianza economica e finanziaria» nei paesi Ue. Questo quanto affermato dal commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn. Il ‘pacco’ rappresenta «il rafforzamento più complessivo della governance economica sin dal lancio dell’Unione monetaria e fornisce un set di strumenti di uso immediato per stabilizzare l’economia europea e prevenire nuove crisi». Le nuove misure approvate rivedono il Patto di stabilità inasprendo il controllo e la sorveglianza preventiva della disciplina di bilancio e degli squilibri macroeconomici, introducendo maggiore automaticità di sanzioni finanziarie per quei paesi che non si adeguano ai parametri di Bruxelles sia su deficit che debito.
Il nuovo sistema prevede che la Commissione potrà agire prima e con più forza rispetto a oggi, emettendo «avvertimenti preventivi» (early warning), raccomandazioni e sanzioni finanziarie a quei paesi che si discostano dal rispetto dei parametri di bilancio fissati da Bruxelles. Insomma, da domani se uno stato membro non si adeguerà agli avvertimenti precoci, che precedono l’apertura di una procedura per deficit eccessivo, potrà già essere sanzionato con un deposito fruttifero pari allo 0,2% del pil. Se poi un paese (indisciplinato) continuasse a non adeguarsi o se già fosse in procedura per deficit eccessivo, inclusa la riduzione del debito, allora il deposito diventerà non fruttifero. In caso di ulteriore negligenza, addirittura diventerà una vera e propria multa. La stessa procedura si attuerà sui disequilibri macroeconomici. I Paesi che non rispetteranno le raccomandazioni di Bruxelles, cioè che non prenderanno provvedimenti correttivi (manovre ‘lacrime e sangue’), si applicherà un deposito fruttifero dello 0,1% che può trasformarsi in multa. La novità terribile è che le decisioni sanzionatorie della Commissione saranno tutte automaticamente adottate a meno che i paesi ‘colpiti’ non trovino una maggioranza qualificata che respinga la decisione (il cosiddetto principio della «maggioranza qualificata rovesciata»).
Per quanto riguarda il debito viene introdotto un parametro numerico in base a cui Bruxelles potrà determinare se aprire o meno procedure contro un paese. Le misure di ‘punizione’ scatteranno se il paese in questione non riduce il suo rapporto debito/pil, che non deve superare il 60%, a un «ritmo soddisfacente»: un ventesimo all’anno nell’arco di tre anni.
L’Italia, secondo le nuove misure, dovrebbe scendere sotto la soglia del 3% del deficit nel 2012 e quindi, dato che la nuova valutazione sulla riduzione del debito si fa su un arco di tre anni, un’eventuale procedura potrebbe scattare solo dopo il 2015. Ma c’è di più, perchè il «six pack» prevede anche degli «obiettivi di medio termine» di bilancio, e cioè il rapporto deficit-pil non solo deve essere inferiore al 3% ma deve tendere a scendere sotto l’1% con un ritmo specifico paese per paese. Si introduce insomma un nuovo benchmark di spesa per valutare il progresso compiuto o meno dai paesi Ue verso il suo raggiungimento, esaminando di volta in volta se le spese previste sono coperte da sufficienti entrate. Tutte queste regole imposte, che accelerano di fatto già a partire da domani la stragrande maggioranza di impegni e richieste contenuti nel nuovo patto di bilancio concordato venerdì scorso al vertice Ue, si tradurranno in ulteriori e pesanti manovre nei Paesi più esposti, come l’Italia. Se poi si aggiunge la fase di recessione (meno crescita=meno entrate) e la speculazione che fa schizzare in alto gli interessi sui titoli di Stato, le manovre si moltiplicheranno e la macelleria sociale sarà sempre più devastante. Sempre in nome del ‘Dio’ mercato.
(fonte. Controlacrisi.org)
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