Nonostante i sondaggi prevedessero un sostanziale pareggio tra i due schieramenti politici principali il partito nazional popolare guidato da Portia Simpson Miller ha stravinto le elezioni legislative in Giamaica al termine di una campagna elettorale dominata dalla forte crisi economica in cui si trova il Paese caraibico. La Simpron Miller, nota fra i suoi sostenitori come «sister p», ha 66 anni, fu eletta per la prima volta deputata nel 1976 ed è stata già premier fino a 4 anni fa.
Secondo i risultati ancora preliminari il partito che da quattro anni era all’opposizione ha guadagnato ben 41 dei 63 seggi in palio al Parlamento di Kingston. I restanti seggi sono andati ai ‘laburisti’, mentre nessun’altra forza politica ha ottenuto una rappresentanza in Parlamento. Gli aventi diritto al voto erano solo 1,6 milioni di cittadini (per votare occorre registrarsi, come negli USA), il 75% delle quali si è recata alle urne, contro il 60% delle precedenti consultazioni. Una maggiore affluenza che ha severamente punito il premier uscente: Andrew Holness del partito Laburista (che nonostante il nome come spesso accade è una formazione politica di centro destra) ha dovuto ammettere l«’umiliante» sconfitta in un intervento alla tv.
Holness aveva convocato le elezioni anticipate subito dopo aver preso il posto del dimissionario Bruce Golding, lo scorso ottobre. Primo compito del nuovo governo, che si insedierà sull’onda di una campagna contro la criminalità e la povertà, sarà quello di affrontare la crisi del debito che ha raggiunto quota 130 per cento rispetto al prodotto interno lordo in caduta libera, e l’alto tasso di disoccupazione (12% ufficiale, ben più elevato in realtà).
“Lavoreremo per far progredire il paese – ha detto la Miller nelle prime dichiarazioni rese dopo i risultati – per coniugare crescita, sviluppo e creazione di posti di lavoro”. Un misto di Berlusconi e Monti…
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