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I greci sulla bolletta elettrica

Il ministro dell’ambiente e dell’energia greco Giorgios Papaconstantinou ha annunciato la decisione del suo dicastero di aumentare, a partire dal primo gennaio 2012, la bolletta dell’energia elettrica del 9,2%. Ma l’aumento totale toccherà il 12,2% con l’aggiunta del 3% per le energie rinnovabili. Dure le reazioni all’annuncio venute dai partiti politici che non partecipano al governo di salvezza nazionale guidato dal premier Lucas Papadimos.

Il Partito Comunista (Kke) in un comunicato denuncia «il governo nero (di destra) che rende nera la vita delle famiglie greche con il nuovo aumento delle bollette dell’energia elettrica soltanto per i primi sei mesi dell’anno e le altre tasse in più per la casa» e chiede «la riduzione delle bollette per i disoccupati e coloro che hanno stipendi bassi». «I nuovi aumenti delle bollette dell’energia elettrica – si legge nel comunicato di Syriza, l’altro partito di sinistra in Grecia – vogliono soddisfare obiettivi concreti e non sono giustificabili in nessun modo. Dal momento in cui l’azienda elettrica è in attivo, gli aumenti della bolletta sono in rapporto anche con la politica dei governi che in sostanza consegnano tutto ai privati».

Il partito di Alleanza Democratica, dal canto suo, ha chiesto la privatizzazione della compagnia elettrica e sostiene che «gli aumenti sono al di fuori di ogni realtà e contro le famiglie e le piccole e medie imprese».

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