Un’altra vittoria nel continente latinoamericano nei confronti di quelle multinazionali che hanno dominato incontrastate quei paesi per decenni, fino a che governi rivoluzionari, progressisti o semplicemente indipendenti e democratici non restituissero la sovranità ai propri rispettivi popoli.
La compagnia petrolifera statunitense Chevron dovrà pagare un risarcimento di 18 miliardi di dollari (circa 13,865 miliardi di euro) all’Ecuador per i danni causati nella regione amazzonica dal gigante del greggio. A deciderlo è stato il tribunale di appello ecuadoriano confermando così la sentenza di primo grado emessa già a febbraio del 2011. Com’era prevedibile l’azienda ha respinto la decisione, definendola «illegale» e ha detto di voler portare il caso davanti al tribunale degli Stati Uniti, sperando in un clima meno ostile. Inoltre, la Chevron può ancora presentare ricorso alla Corte Suprema dell’Ecuador.
Circa 18 anni fa, gli abitanti dei territori che costeggiano il Rio delle Amazzoni citarono in giudizio la compagnia petrolifera Texaco per non aver correttamente rimosso i rifiuti dalla perforazione, che hanno contaminato vaste aree di foresta pluviale causando enormi distruzioni alla foresta e alle popolazioni che la abitano. Chevron acquistò Texaco nel 2001 e quindi per questo è stata condannata al maxirisarcimento miliardario.
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