L’Amministrazione federale delle entrate (Afip) ha denunciato di fronte alla magistratura argentina la ‘Rural Power S. A.’, società appaltatrice della filiale locale del gigante statunitense della biotecnologia ‘Monsanto’ per presunto sfruttamento del lavoro. Nel corso di un’operazione di controllo presso un proprietà dell’azienda agricola a Salto, 200 km a nord-ovest di Buenos Aires, è emerso che “il 100% dei suoi impiegati erano contrattualizzati in modo irregolare e l’impresa gli proibiva di uscire dallo stabilimento senza previa autorizzazione”.
Secondo la Afip le persone impiegate per lavorare il mais non erano registrate alla previdenza sociale, lavoravano fino a 14 ore al giorno senza salari ed erano costretti a consumare alimenti che gli sarebbero stati detratti dagli stipendi a costi superiori ai prezzi di mercato. Provenienti in gran parte dalla provincia settentrionale di Santiago del Estero, i lavoratori hanno dichiarato che dall’inizio del loro contratto, il 10 dicembre, hanno percepito solo un anticipo di 200 pesos (circa 36 euro). Per la Afip, “la Monsanto è responsabile in solido delle azioni che conduce la sua appaltatrice nel compimento dei suoi obblighi”.
A fine dicembre il Congresso ha varato un nuovo statuto del lavoratore rurale che, tra l’altro, stabilisce che la giornata lavorativa sia al massimo di otto ore giornaliere e un riposo settimanale che comprenda metà del sabato e la domenica. L’Argentina resta uno dei principali produttori mondiali di materie prime agro-zootecniche.
(Fonte: Misna)
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