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La repressione in Bahrein non fa notizia

Solo lo schieramento massiccio nelle strade della capitale Manama di agenti di polizia ha impedito ieri ai bahraniti di raggiungere Piazza della Perla, il luogo-simbolo della rivoluzione esplosa un anno fa contro la monarchia sunnita degli al Khalifa. Quella bahranita è la «primavera del Golfo» – schiacciata dall’intervento militare saudita a sostegno dell’alleato re Hamad bin Isa al Khalifa – di cui però ben pochi parlano, nonostante i suoi 55 morti, le centinaia di feriti, le migliaia di fermi e di arresti e le torture in carcere degli oppositori. Gruppi di centinaia di manifestanti, usciti dal corteo «autorizzato» diretto verso il sobborgo di Shurafa, hanno provato a raggiungere Piazza della Perla ma sono stati respinti dalla pioggia di candelotti lacrimogeni lanciati dai poliziotti. Gli agenti non hanno esitato a caricare i dimostranti e a sparare proiettili di gomma. Decine gli arresti. La capitale è rimasta avvolta per ore nel denso fumo grigio dei lacrimogeni. Eppure per il ministero dell’interno, la situazione è rimasta «sotto controllo» e le strade «aperte e sicure».

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