Un secondo paesino spagnolo ha deciso di riabilitare la peseta per combattere la crisi e cercare di rilanciare i consumi attirando consumatori dai dintorni: a Villamayor de Santiago, vicino alla storica città di Cuenca, nella Mancha rurale, i commercianti hanno preso la decisione di accettare per un mese insieme all’euro anche la vecchia valuta spagnola. Una iniziativa analoga era stata presa già l’anno scorso da un comune in Galizia. La Banca di Spagna stima in 1,7 miliardi la quantità di pesetas ancora non cambiate in euro nel paese, e tenute, per nostalgia, diffidenza nei confronti della moneta unica, o semplicemente per sbadataggine in cassetti, armadi o vecchi portafogli. L’equivalente di 1-2 milioni di euro viene cambiato in tutto il paese ogni mese. A Vilamayor de Santiago, 150 km a est di Madrid, 3mila abitanti, un paese che vive soprattutto dei suoi formaggi e dell’olio d’oliva, l’iniziativa ha consentito finora di raccogliere nei primi giorni l’equivalente in pesetas di circa seimila euro. L’operazione ha reso ancora più vistoso il rincaro dei prezzi dei generi di base – in media del 43% – causato dall’ introduzione dell’euro 10 anni fa. Da allora, riferisce El Pais, il pane è aumentato dell’85%, il latte del 48%, le patate addirittura del 116%. La vecchia peseta sembra ancora avere un certo futuro in Spagna. e non solo se, come prevedono alcune Cassandre, l’euro alla fine non ce la farà. La Banca di Spagna infatti non ha fissato limiti di tempo per cambiare le vecchie peseta.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa