È braccio di ferro in Spagna fra sindacati e governo sulla riforma del mercato del lavoro varata dal premier Marano Rajoy: centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza oggi a Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia, e in 50 altre città. Il 29 ci sarà uno sciopero generale.
La protesta è appoggiata dal Psoe, il principale partito di opposizione, a due settimane dalle cruciali elezioni regionali andaluse, che secondo i sondaggi potrebbero segnare praticamente la scomparsa dei socialisti dalla mappa del potere in Spagna. Diversi dirigenti Psoe hanno partecipato alla manifestazione nella capitale, che secondo i due grandi sindacati, Ccoo e Ugt, ha riunito – come a Barcellona – mezzo milione di persone.
La riforma varata il mese scorso dal nuovo governo di centrodestra rende più facili e meno costosi i licenziamenti, introduce incentivi per le nuove assunzioni di giovani e disoccupati da parte di Pmi e autonomi, flessibilizza le convenzioni collettive.
Il governo naturalmente sostiene che queste misure servono a combattere una disoccupazione endemica – al 22,85%, al 49% fra i meno di 25 anni – ereditata dal precedente governo socialista di Josè Luis Zapatero. Ma, ha avvertito Rajoy, i risultati non si vedranno prima del 2013. Anzi per fine 2012 è previsto un ulteriore ‘picco’ al 24,3%.
Sindacati e opposizione socialista denunciano una riforma «perversa» e «inefficace» e assicurano che farà aumentare l’esercito dei 5,3 milioni di senza lavoro che conta il paese. Per Rubalcaba è «ignominiosa», perchè avrà per conseguenza di sostituire i padri, più facili ora da licenziare, con i figli, che saranno assunti in condizioni precarie. Il leader Comisiones Obreras Ignacio Toxo ha accusato il governo Rajoy di «prendere in ostaggio» i milioni di disoccupati per imporre «la riforma più retrograda» del dopo franchismo.
Le drastiche “riforme” varate da Rajoy in due mesi – oltre a quella del lavoro, il ‘deficit zero’ per il 2018, e il risanamento di banca e mattone – servono al governo di Madrid per dimostrare a Bruxelles di avere ‘fatto i compiti’ e ottenere che accetti un obiettivo di deficit al 5,8%, invece del 4% previsto dai socialisti, per il 2012.
Il margine di manovra sulla riforma del lavoro è quindi praticamente inesistente, ha chiarito la vicepremier Soraya de Santamaria. Il 30 marzo Rajoy dovrà varare, si prevede, un nuovo giro di vite da 17 miliardi. La primavera sociale rischia quindi di essere molto calda, hanno avvertito oggi Ccoo e Ugt. Rajoy dovrà affrontare il 29 marzo il suo primo sciopero generale, solo 100 giorni dopo essere arrivato al potere. Non era mai avvenuto dalla fine del franchismo.
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