Il diritto di sciopero non si tocca, nè in Italia nè in Europa.. “Bruxelles ordina Franceschini esegue”. Con questi slogan l’Unione Sindacale di Base ha manifestato questa mattina, sotto la sede della Commissione di Garanzia Sciopero, in piazza del Gesù a Roma.
Il Presidente della Commissione, Roberto Alesse, si era infatti affrettato a convocare Cgil, Cisl e Uil per discutere la vicenda dei “ribelli del Colosseo” e dare così seguito alla vera e propria imboscata messa in atto nei giorni scorsi ai danni dei lavoratori. La tempistica degli avvenimenti che hanno portato alla campagna isterica e strumentale contro i lavoratori del Colosseo è stata infatti smaccata: ore 9.30 i lavoratori si riuniscono in assemblea al Colosseo; alle ore 18.00 dello stesso giorno il Consiglio dei Ministri vara il decreto che equipara la Fontana di Trevi o il Colosseo alla Sanità o ai Trasporti, definendoli “servizi essenziali”. Nella stessa giornata il sen. Ichino (Pd) presentava un disegno di legge per ridurre il diritto di sciopero.
Il Presidente Alesse non ha invece convocato l’USB, che pure è formalmente rappresentativa nel Pubblico Impiego.
Lo scopo è di arrivare a concludere un Accordo, con la partecipazione dell’ARAN, titolare della contrattazione nel Pubblico Impiego, sulle “prestazioni indispensabili” da garantire in caso di sciopero o di assemblea nei musei e nei luoghi della cultura, come previsto dal decreto legge.
Le controparti sono ben organizzate e puntano diritto all’obbiettivo: disarmare completamente i lavoratori con la collaborazione di CGIL CISL UIL.
In tutta Europa è in corso un attacco molto duro al diritto di sciopero. Su indicazione delle istituzioni europee in molti Paesi si procede a limitare ulteriormente la possibilità per i lavoratori di contrapporre allo strapotere delle aziende il conflitto organizzato. Dopo il forsennato attacco in Inghilterra contro i lavoratori della metropolitana di Londra è ora la volta dei lavoratori dei Beni Culturali italiani, indicati come rei di “leso diritto del turista”.
A seguito della protesta, una delegazione USB ha incontrato il Presidente della Commissione, Roberto Alesse, al quale è stata espressa netta contrarietà al decreto sull’inserimento dei beni culturali fra i servizi essenziali: un’aberrazione strumentale ad imporre ulteriori limitazioni dei diritti sindacali a tutto il mondo del lavoro, già penalizzato da una legge sullo sciopero tra le più restrittive d’Europa. Secondo l’USB, questo decreto si inserisce in un quadro complessivo di smantellamento dei diritti dei lavoratori e dei servizi: Jobs act, riforma della PA, “Buona scuola”, il decreto sulle cosiddette “prestazioni sanitarie inappropriate”, realizzano la completa privatizzazione dei servizi pubblici e ridisegnano lo Stato in senso autoritario.
Questa posizione verrà ribadita dall’USB anche quando l’ARAN, deputata a discutere la materia, convocherà le organizzazioni sindacali del Pubblico Impiego per l’accordo sull’individuazione dei servizi minimi essenziali da garantire in caso di sciopero.
Al Presidente Alesse, che ha espresso preoccupazione per il clima di scontro in atto nel Paese auspicando disponibilità al dialogo, l’USB ha fatto presente che tale disponibilità deve partire dal Governo cominciando ad affrontare i veri problemi sul tappeto, come il rinnovo dei contratti nazionali, ancora bloccati nonostante il pronunciamento della Corte Costituzionale, ed il riconoscimento di aumenti che non siano risibili.
Per quanto poi attiene alle amministrazioni pubbliche, come il Colosseo, l’USB ritiene doveroso che queste paghino nei tempi giusti quanto dovuto ai lavoratori. L’USB con la manifestazione di questa mattina ha inteso far sapere che continuerà a lottare per difendere il diritto di sciopero e di assemblea, i diritti, le condizioni ed il salario di chi lavora, ma anche per conquistare lavoro per chi non lo ha e per chi lo ha perso.
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