Secondo quanto riportato sulla Reuters, Amnesty International afferma che la NATO ha fallito sull’accertamento del numero preciso di morti di civili, causate dagli attacchi aerei nei sette mesi di operazioni in Libia, che hanno aiutato a rovesciare il regime di Muamar Gheddafi. Facendosi eco delle stesse critiche mosse in questo mese dalla Russia, Amnesty ha dichiarato che decine di libici, non coinvolti nel conflitto, erano morti o erano stati feriti durante i bombardamenti della NATO, ed ha aggiunto che non vi era stata una indagine adeguata sulle morti.
Donatella Rovera, della sezione Crisi di Amnesty, ha dichiarato che “le autorità della NATO hanno sottolineato più volte il loro impegno nel proteggere i civili”. “Non possono però mettere da parte la morte di decine di civili con un vago comunicato di scuse senza indagare su questi incidenti mortali”. Le indagini dovrebbero determinare se le perdite di civili sono state causate da violazioni del diritto internazionale, e se così fosse, i responsabili dovrebbero essere portati dinnanzi alla Giustizia. La missione militare della NATO, autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, cominciò il 31 marzo del 2011, con l’obiettivo di proteggere i civili attaccati o minacciati.
Le forze della NATO hanno realizzato 26.000 voli in circa 9.600 missioni di attacchi, abbattendo circa 5.900 obiettivi prima che le operazioni si concludessero il 31 ottobre. Investigatori del Consiglio dei Diritti Umani della ONU i primi di marzo sono giunti alla conclusione che la NATO aveva causato le morti di civili ma che aveva comunque preso delle precauzioni per cercare di evitarlo.
Amnesty coincide con la NATO sul fatto di avere compiuto degli sforzi significativi per ridurre al minimo il rischio di vittime civili, con bombardamenti di precisione ed avvisi sulle zone che avrebbero subito gli attacchi. Tuttavia, l’organizzazione di difesa dei diritti umani dichiara che tutto questo non avrebbe sollevato la NATO dal portare avanti le indagini sulle morti o riparare per le vittime o con le famiglie dei morti.
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