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India. I guerriglieri maoisti temono azione di forza del governo

I guerriglieri maoisti che nello Stato indiano dell’Orissa hanno nelle loro mani dal 14 febbraio la guida italiana Paolo Bosusco, ritengono che il governo indiano stia adottando una strategia dilatoria e che in questo quadro di incertezza in cui tutto è possibile, la vita dell’ostaggio è in pericolo. In un comunicato inviato ai media tramite un audiomessaggio di cinque minuti, il leader dei maoisti in Orissa, Sabyasachi Panda chiede “impegni scritti da parte delle autorità in cambio del rilascio di Bosusco” e sostiene di essere a conoscenza della “esistenza di progetti per un’azione di forza contro il nostro gruppo”, nel qual caso “il governo deve essere considerato responsabile di quello che accadrebbe all’italiano”. La presa di posizione dei maoisti, giunta a fine giornata, ha avuto l’effetto di risvegliare sia l’attenzione politica sia l’azione dei mediatori che negli ultimi giorni sembrava essersi esaurita. Il console generale italiano a Calcutta, Melchiori, dopo aver appreso la notizia dell’audiomessaggio ha dichiarato di aver preso subito contatto con le autorità locali che sono impegnate a trovare una soluzione al rapimento. “A loro ho ribadito – ha aggiunto – come già più volte fatto in passato, l’assoluta priorità che ha per noi l’incolumità dell’ostaggio italiano”. Da parte sua, B.K. Patnaik stretto colaboratore del capo del governo dell’Orissa Naveen Patnaik ha escluso che sia in preparazione una azione di forza contro i rapitori.

I due mediatori designati dai guerriglieri maoisti che ancora erano nella locali del governo dove era stato aperto un tavolo negoziale, hanno all’improvviso ricevuto in serata la visita della delegazione guidata dal vicecapo del Dipartimento dell’Interno dell’Orissa, Behera. L’incontro è durato più un’ora. I negoziatori delle due parti hanno esaminato la situazione e si sono dati appuntamento per una nuova tornata di colloqui mercoledì alle 12:30.

Nell’audiomessaggio, il leader dei maoisti, Panda, ha chiarito che a meno che non gli sia fatta pervenire una copia di un accordo debitamente firmato da funzionari governativi e dai mediatori, non vi è alcuna possibilità che Paolo venga rilasciato. In esso vengono ribadire le tre richieste principali, così riassunte nel messaggio:

1) Revoca della proibizione imposta dal governo a sette organizzazioni filo-maoiste;

2) Rilascio di sette persone che scontano ingiustamente pene carcerarie (Kamlakant Sethi, Arati Majhi, Sujata, Gananath Patra, Subhashri Das che è moglie di Panda, Suka Nachika e Sudarshan Mandal);

3) Azioni nei confronti di agenti di polizia accusati di stupro e di avere ucciso militanti in falsi scontri a fuoco.

“Una volta che le persone in questione saranno state rilasciate e ci raggiungeranno con l’accordo firmato, rilasceremo il cittadino italiano” ha concluso il messaggio Panda, il leadar dei guerriglieri

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