Menu

Argentina: Senato approva esproprio dell’YPF

Con l’appoggio della maggioranza degli Argentini e nonostante le minacce di rappresaglia dall’Unione Europea, il Senato ha approvato il disegno di legge per l’espropriazione dell’azienda ‘Ypf’, controllata dalla spagnola ‘Repsol’. Ad esprimersi a favore della nazionalizzazione della principale società petrolifera dell’Argentina, privatizzata negli anni ‘90, sono stati 63 membri della ‘camera alta’; solo tre i contrari e quattro gli astenuti. Il governo della presidente Cristina Fernández conta di ottenere il via libera definitivo la prossima settimana alla Camera dei Deputati.

Il disegno di legge dichiara di “pubblica utilità e soggetto ad espropriazione” il 51% del capitale di ‘Ypf’, di cui ‘Repsol’ detiene attualmente il 57,43%, l’argentino ‘Grupo Petersen’ il 25,46%, lo Stato lo 0,02%; il resto è distribuito tra investitori privati. Secondo il testo, del 51% delle azioni soggette a espropriazione, il 51% passerà allo Stato e il 49% alle province produttrici di petrolio; ‘Repsol’ resterà con il 6,43%.

Per giustificare l’espropriazione, il governo ha sostenuto la necessità di raggiungere l’autosufficienza nel settore degli idrocarburi per mantenere la crescita economica, accusando inoltre ‘Repsol’ di non aver investito a sufficienza in Argentina e di aver abbassato la produzione costringendo il paese a spese milionarie per importare combustibili. Secondo un sondaggio del’istituto Poliarquía pubblicato dal quotidiano La Nación – giornale di orientamento critico verso l’esecutivo – il 62% degli Argentini è a favore dell’espropriazione di ‘Ypf’.

Nel frattempo da oltreoceano si attendono decisioni dure nei confronti di Buenos Aires, almeno sulla base delle minacce giunte negli ultimi giorni da Madrid e da Bruxelles. La Ue pensa a una revoca delle agevolazioni sui dazi doganali concessi a determinati prodotti argentini – in scadenza nel 2014 – mentre per il momento la Spagna ha sospeso l’importazione di bio-diesel prodotto in Argentina con una perdita stimata di 800 milioni di dollari per il paese sudamericano.

Fonte: Misna 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *