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Sudafrica: l’ANC non decide su terra e nazionalizzazioni

“Molto rumore per nulla” o addirittura “Una politica chiara come il fango”: sono alcuni dei titoli con i quali i giornali di Johannesburg commentano oggi le conclusioni della conferenza dell’African National Congress (Anc) che avrebbe dovuto sciogliere i nodi politici del futuro del paese.

La tesi predominante sulla stampa è che nella cittadina di Midrand cinque giorni di dibattiti, polemiche e scontri tra fazioni non abbiano prodotto nulla di concreto. Nonostante gli annunci del presidente Jacob Zuma, sottolinea il Mail & Guardian, i delegati del partito hanno respinto il documento su una “seconda transizione” dopo la fine dell’apartheid e non hanno approvato “alcuna proposta radicale”. L’espressione “seconda transizione” era stata utilizzata da Zuma in riferimento a una strategia di trasformazione economica che avrebbe dovuto completare la liberalizzazione politica e civile del 1994. Parole per lo più propagandistiche, avverte il Business Day. Rivelatrici, secondo il giornale, le conclusioni incerte dei dibattiti sulla nazionalizzazione delle miniere, le integrazioni salariali per i giovani e, soprattutto, la riforma agraria. “Il principio del ‘libero compratore-libero venditore’ è stato respinto a favore dell’espropriazione con un risarcimento ‘giusto ed equo’ – scrive Business Day – ma i primi lotti da ridistribuire saranno quelli proprietà dello Stato, che per altro lo Stato non sa quali siano”.

A Midrand si è discusso di politica ma, sottolineano i quotidiani, è anche andato in scena lo scontro tra fazioni in vista delle candidature per le prossime elezioni. Tutte le decisioni politiche adottate al termine della conferenza, a ogni modo, dovranno essere valutate durante un incontro di partito in programma a dicembre a Maugang. In quell’occasione si deciderà anche su un secondo mandato di Zuma alla guida dello Stato.

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