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Perù: nonostante il coprifuoco la protesta continua

Nonostante l’entrata in vigore del coprifuoco, sono proseguite ieri le proteste contro il mega progetto minerario ‘Conga’, nella regione settentrionale di Cajamarca, dove tre manifestanti sono stati arrestati dalle forze di polizia intervenute per disperdere un gruppo di attivisti. Tra questi c’è uno dei leader del movimento, l’ex sacerdote Marco Arana, dirigente del partito ambientalista Terra e libertà. Sono contrastanti le notizie diffuse sulle sue condizioni di detenzione in una stazione di polizia di Cajamarca. Arana ha sostenuto che gli agenti lo hanno picchiato mentre fonti governative citate dal quotidiano locale ‘El Comercio’ hanno assicurato che la “sua integrità fisica è stata rispettata” e che l’attivista potrebbe essere trasferito in un altro centro nelle prossime ore.

 Dopo le violente proteste di martedì, che si sono concluse con tre morti e una ventina di feriti, il governo di Lima ha decretato l’entrata in vigore di uno stato di emergenza, con una durata di 30 giorni, nelle provincie di Celendín, Hualgayoc e Cajamarca. Le manifestazioni sono cominciate più di otto mesi fa per bloccare il mega progetto di ‘Conga’, di un valore di circa 4,8 miliardi di dollari, gestito dall’azienda Yanacocha, filiale della statunitense Newmont. Alla fine del 2011 i detrattori del più grande investimento minerario mai realizzato in Perù avevano disposti blocchi stradali e paralizzato il Nord, spingendo il governo a decretare lo stato di emergenza.

 Intanto si alzano i toni dello ‘scontro’ politico tra il governatore della provincia di Cajamarca, Gregorio Santos, e il presidente Ollanta Humala. “Pare che il governo cerchi un esito violento poiché finora non è riuscito a spezzare la resistenza pacifica contro Conga” ha dichiarato il governatore, aggiungendo che i minatori ne trarranno vantaggio a scapito dei contadini già in difficoltà. Il progetto, che dovrebbe essere avviato nel 2014, comporta la sostituzione di quattro laghi naturali con impianti artificiali, alimentando i timori della popolazione per il futuro approvvigionamento d’acqua. Approvato nel 2010 dal governo dell’ex presidente Álan García, il progetto ha ottenuto il consenso del suo successore, Humala, al potere da un anno.

Fonte: Misna

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