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Libia: salafiti distruggono moschea sufi, si dimette ministro

Scontri a sfondo religioso e attacchi di gruppi di salafiti contro importanti moschee sufi a Tripoli, hanno fatto da sfondo alle dimissioni del ministro degli Interni libico Fawzi Abdelali. Il ministro si è dimesso ieri dopo le critiche espresse da più parti sulla debole risposta del governo a fatti che sono costati la vita a tre persone a Zliten e che hanno portato alla distruzione, sabato a Tripoli, della moschea sufi di Sidi Al Sha’ab.
Dimissioni simboliche, quelle di Abdelali, dal momento che il governo di cui fa parte sarà a breve sostituito da un nuovo esecutivo, espressione del Congresso nazionale (il parlamento eletto a luglio), ma che segnalano un crescendo di violenze nuove che vedono questa volta protagonisti i salafiti.
Portatori di una interpretazione dell’islam ortodossa e attenta alle forme esteriori – contrapposta all’interpretazione più interiore e mistica dei sufi – secondo il Libya Herald i salafiti avrebbero messo a segno una serie coordinata di attacchi e atti di vandalismo contro tombe e lughi sacri sufi sia a Tripoli, che Zliten e Misurata. La stessa fonte riferisce inoltre che l’imam della moschea di Sidi Al Sha’ab è stato preso in ostaggio dopo aver tentato inutilmente di evitare la distruzione dell’edificio che ospitava anche un importante centro di studi sufi.
Prima di dimettersi, il ministro degli Interni aveva tentato di giustificare il mancato intervento a difesa della moschea di Sidi Al Sha’ab sostenendo che si erano volute evitare peggiori conseguenze. Una spiegazione che però non ha convinto i suoi detrattori e che non gli ha risparmiato severe critiche anche all’interno del parlamento di cui da alcune settimane si è dotato la Libia.

Fonte: Misna

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