Con una sentenza unanime e inappellabile, la Corte suprema del Cile ha ordinato la sospensione dei lavori per la costruzione della centrale termoelettrica Castilla, la più grande del Sudamerica, progetto controverso a causa del suo impatto ambientale portato avanti dall’azienda Mpx di proprietà del milionario brasiliano Eike Batista.
Il massimo tribunale ha così confermato quanto stabilito a marzo dalla Corte d’appello di Antofagasta che aveva accolto un ricorso avanzato dalla popolazione di Totoral, nella regione settentrionale di Atacama, per fermare il progetto a causa del chiaro rischio di contaminazione dell’area. La Mpx ha replicato al verdetto ribadendo “la convinzione che l’opera rispetti la normativa ambientale vigente” e annunciando che “rivaluterà la sua strategia di investimenti in Cile”.
Installata in una zona ricca di biodiversità, vicina alla riserva naturale di Punta Cachos, la centrale termoelettrica Castilla mirava ad assorbire la crescente domanda di energia delle grandi aziende minerarie presenti nel nord del paese con investimenti superiori ai 4 miliardi di dollari. Secondo la giustizia cilena lo studio di impatto ambientale che aveva consentito l’avvio dei lavori è “illegale” poiché l’impianto “minaccia il diritto alla vita in un ambiente libero da contaminazione”.
Anche il governo si è unito all’alta corte, invitando la Mpx a rispettare la sentenza. Sta di fatto che secondo stime correnti, il Cile, primo produttore mondiale di rame e importatore netto di energia, sarà costretto a raddoppiare la produzione di energia elettrica nell’arco del prossimo decennio per conservare i milionari investimenti delle aziende minerarie.
Fonte: Misna
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa