Da oggi e per tre giorni gli uomini della Guardia nazionale tunisina porteranno, al braccio, un drappo rosso per protestare contro quella che ritengono l’eccessiva tolleranza che viene riservata dalle autorità ai salafiti, uno dei quali, nella notte tra sabato e domenica, ha ridotto in fin di vita un ufficiale del corpo di polizia.
Il comandante Ben Slimane, capo della brigata di pubblica sicurezza di La Manouba, era intervenuto, a Douar Hicher, per sedare un litigio tra un gruppo di venditori di bevande e alcuni salafiti che li avevano aggrediti.
Un commerciante di bevande alcoliche si era visto mozzare 4 dita di una mano da parte dei salafiti che in numerose zone della Tunisia inscenano vere e proprie ronde miranti al rispetto dei precetti dell’islam nella sua versione più fondamentalista. Il venditore, secondo il sito, dopo il trasferimento nell’ospedale Charles Nicole della capitale, ha rifiutato di denunciare i suoi aggressori.
Secondo il sindacato di base della Guardia nazionale di La Manouba (che ha il pieno appoggio di quello nazionale), i salafiti non sono perseguiti nonostante il loro comportamento illegale e il ricorso all’uso di armi bianche e bottiglie incendiarie. I salafiti, dopo ogni loro azione, si rifugiano nelle moschee Ennour e El Khalil, all’interno del quale le forze di polizia non entrano, cosa che gli agenti addebitano ai loro superiori bloccati dagli ordini del governo.
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