Un funzionario della Nato è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco da una poliziotta afgana. “Una donna con indosso l’uniforme della polizia afgana ha aperto il fuoco e ucciso un consigliere straniero della Nato negli uffici della polizia di Kabul”, ha riferito il portavoce del Ministero degli interni. La sua nazionalità non è ancora stata resa nota.
Il portavoce del comando Nato, il colonnello Lester T. Carroll, ha spiegato che la vittima era un contractor, il cui nome e nazionalità non sono però ancora stati diffusi. “Possiamo confermare che un consulente civile della polizia è stato colpito e ucciso questa mattina da un sospetto membro delle forze di sicurezza afghane. Il sospetto assalitore è stato preso in custodia”.
Altri cinque poliziotti afghani sono stati uccisi in un attacco sferrato nella notte da un commando di insorti nella provincia di Jowzjan, nell’Afghanistan settentrionale.
La Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) in Afghanistan conferma la notizia dell’uccisione a Kabul da parte di una donna che indossava la divisa della polizia afghana di un consulente delle forze della coalizione, precisando che si tratta di un «civile» e non di un militare come inizialmente emerso. La donna è stata arrestata dopo l’attacco.
«Un contractor civile che lavorava per Isaf è morto dopo essere stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco esplosi a Kabul da una donna che indossava la divisa della polizia afghana», si legge in una nota di Isaf, in cui si precisa che sono in corso indagini sull«’incidente».
L’attacco, conferma Isaf tramite Twitter, è stato sferrato nel quartier generale della polizia afghana. Secondo la Bbc, la vittima è uno statunitense. Si tratta del primo caso di ‘insider attack’ sferrato in Afghanistan da una donna. Secondo la Bbc, la donna lavorava al ministero dell’Interno. Da gennaio più di 50 soldati della Nato sono stati uccisi in Afghanistan in quelli che vengono anche chiamati attacchi ‘green on blue’, ovvero quando le forze di sicurezza locali aprono il fuoco contro gli alleati.
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