L’Internal Revenue Service, l’agenzia fiscale Usa, potrà presto entrare nei conti dei cittadini americani aperti nelle banche svizzere. Esce cos’ totalmente spezzato il “segreto” che aveva fin qui fatto la fortune della Svizzera, primo “paradiso fiscale” del pianeta).
Michael Ambühl (segretario di Stato della Confederazione elvetica) e Donald S. Beyer, l’ambasciatore americano, hanno infatti firmato a Berna l’accordo Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act).
Di particolare significato sono gli “strumenti invasivi” utilizzabili dal fisco Usa e ammessi nell’accordo. I singoli istituti finanziari svizzeri concluderanno infatti con le autorità fiscali Usa un accordo che li obbliga a notificare tutti i conti statunitensi «identificati».
Il fisco Usa, inoltre, può anche chiedere informazioni dirette alle banche su singoli correntisti “sospettati” di evasione o elusione fiscale, previo avviso alle autorità del posto.
L’accordo imposto dagli Usa non somiglia affatto alle “intese Rubik” promosse dalla Svizzera in Europa (sono ancora in corso le trattative con l’Italia), che è un semplice sistema di prelievo alla fonte sui conti esteri, calcolato dall’amministrazione svizzera e versato direttamente al fisco nazionale. Ma senza toccare affatto il segreto bancario. Il fisco Usa, invece, ha ottenuto una vi alibera pressoché assoluto.
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