I violentissimi scontri avvenuti negli ultimi due giorni in Bangladesh dopo la condanna a morte per crimini di guerra del leader musulmano Delwar Hossain Sayedee hanno prodotto finora un bilancio di almeno 60 morti, molte centinaia di feriti, gravi danni e la denuncia di 103.000 persone in 16 distretti diversi del paese.
Lo riferisce il portale bengalese Prime News. Il verdetto del Tribunale speciale che ha inflitto la massima pena a Sayedee ha scatenato l’ira dei militanti del partito Jamaat-e-Islami e della sua filiale giovanile Islami Chhatra Shibir che si sono scontrati con le forze dell’ordine ed anche con sostenitori di alcuni partiti progressisti, come quelli della Lega Awami governativa e del ”Popolo di Shahbagh Square” (cosi’ chiamata in allusione alla Tahrir Square egiziana).
Di fronte alle ripetute violenze, le autorità hanno imposto misure speciali negli otto distretti piu’ pericolosi, con il divieto di pubbliche riunioni.
Il bilancio piu’ pesante degli incidenti e’ stato registrato giovedi’ ma anche ieri, giornata di preghiera per i musulmani, almeno cinque persone sono morte. All’alba di oggi membri di Jamaat hanno attaccato e appiccato il fuoco ad un tempio hindu a Bagerhat, come avevano già fatto nelle ore precedenti nei confronti di case ed esercizi commerciali della minoranza hindu a Chittagong e Noakhali.
Per domani e lunedì é previsto uno sciopero proclamato dallo stesso Jamaat che sarà seguito martedì da un altro decretato dal Partito nazionalista del Bengala (Bnp. opposizione).
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