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Venezuela. Allarme bomba all’Assemblea Costituente. “Che problema c’è? Continuiamo la riunione”

“Eravamo in riunione con Tanya Vargas vicepresidente dell’Assemblea Costituente quando ci arriva la notizia di un allarme bomba nel palazzo dell’Assemblea. Con molta tranquillità e un sorriso la vicepresidente ci dice: “che problema c’è ? Continua la telenovela e noi ci spostiamo in un’altra sala”. E’ questa la normalità e la determinazione con cui il Venezuela si affrontano le giornate e il clima di tensione innescato dalla volontà golpista degli Usa. A raccontarci questo episodio è Luciano Vasapollo che, insieme a Rita Martufi e Salvatore Izzo, da alcuni giorni si trovano a Caracas per una serie di incontri sulle questioni dell’economia. “Questo solo per dire come sono abituati a questa situazione e come convivono tranquillamente con le varie forme di terrorismo voluti dall’oligarchia compreso quello delle fake news” .

Al ministero della cultura abbiamo tenuto una riunione con intellettuali militanti per rafforzare la rete di solidarietà internazionale e con il prof. Luis Britto abbiamo deciso iniziative congiunte a livello internazionale per aiutare ad abbattere il muro delle menzogne a livello internazionale” ci dice Vasapollo, “Inoltre sono continuate le riunioni con il gruppo di economisti guidati da Pasqualina Curcio per capire meglio le articolazioni del blocco economico e dell’attacco monetario voluto dalla speculazione finanziaria internazionale cercando insieme di dare proposte e soluzioni pratiche immediate per combattere questa tremenda inflazione indotta dalla speculazione oligarchica e imperialista”.
Una attenzione particolare nel giro in corso in Venezuela è quella verso la Chiesa. Come noto, tra il Papa e i vescovi ci sono atteggiamenti assai diversi sulle sorti del paese. “Abbiamo incontrato gli esponenti del cristianesimo di base come Padre Numa e Fundalatin che lavorano con il popolo per dare il loro contributo per rafforzare il percorso di riscatto degli umili e degli sfruttati che sono ideali centrali del chavismo. Sono esponenti di quella Teologia della Liberazione nata proprio qui, in America Latina” racconta Luciano.

C’è stata poi la Conferenza tenuta al Palazzo che ospita l’Assemblea Costituente, quella da cui siamo partiti nella narrazione per l’allarme bomba, che ha visto la presenza di molti rappresentanti dell’Assemblea, del PSUV , del PCV , del Polo Patriottico, dei dirigenti delle organizzazioni femminili e con la partecipazione di sette parlamentari della Costituente.
I compagni venezuelani hanno fatto molte domande in un dibattito interessante e attivo che ha riguardato le dinamiche della competizione interimperialista, le ricadute del violento attacco contro la rivoluzione bolivariana, il ruolo e le attività della solidarietà internazionalista in Italia e in Europa in appoggio alla Rivoluzione Bolivariana in Venezuela.
“Abbiamo poi avuto una riunione con il compagno Saul Ortega Presidente della commissione delle relazioni internazionali della costituente e con il compagno Roy Daza, segretario esecutivo del PSUV per la Commissione organizzativa del XXV incontro del Foro di San Paolo. Entrambe le riunioni con un proficuo interscambio”.
Nel pomeriggio una emozionante visita a una “Comune” con un incontro con la Ministra Blanca quale nel suo discorso molto appassionato ha ribadito l’importanza delle “ Comuni” nella resistenza popolare in Venezuela.

Prima del Venezuela c’era stata una tappa a Cuba. Rapporti consolidati e confronti approfonditi sulle sfide economiche e politiche con cui le esperienze progressiste e rivoluzionarie della Nuestra America si stanno misurando duramente di fronte alla durissima escalation scatenata dagli Usa per riprendere l’egemonia perduta in quello che ritengono il loro “cortile di casa”. Una sfida aperta sul piano politico ma anche sperimentazioni strategiche di indipendenza economica.

L’alleanza dell’Alba, che inizialmente si chiamava Alternativa Bolivariana per le Americhe, oggi Alleanza Bolivariana per Nuestra America, nasce come rapporto fra Venezuela e Cuba sulla base di un principio economico: l’evoluzione del baratto”, precisa Vasapollo. E proprio questa visione solidaristica e non commerciale salva entrambi i paesi: Cuba dalla paralisi economica conseguente al “bloqueo” imposto da Washington e anche dalla repentina perdita degli aiuti sovietici e dei paesi satelliti di Mosca, e il Venezuela dalle conseguenze nefaste della preminenza nella società delle oligarchie possidenti, le élite vicine alla Chiesa locale che hanno tentato di ostacolare un ogni modo le riforme sociali. Grazie ai cubani Caracas ingaggia una lotta vincente all’analfabetisno e alla mortalità infantile. L’accordo tra Fidel e Chavez, prevedeva che il Venezuela desse il petrolio a prezzo politico, e così L’Avana esce dalla crisi energetica del periodo speciale. É arrivano in Venezuela 20 mila insegnanti e altrettanti medici cubani. Dopo due anni l’ONU dichiara il Venezuela libero dall’analfabetismo e oggi i livelli di mortalità infantile sono pari o inferiori a quelli europei”.

Quella in corso in Venezuela e in America Latina sta diventando una partita strategica tra la spinta all’emancipazione dell’umanità e il violento tentativo dell’imperialismo Usa di restaurare il loro tallone di ferro. Per questo intorno ad esperienze come Venezuela e Cuba serve qualcosa in più della solidarietà, serve sentirsi parte della medesima barricata.

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