”La sorveglianza del governo senza garanzie è un’intrusione nei diritti umani più basilari che minaccia le fondamenta di una società democratica”: è questo il parere di Tim Berners-Lee, uno dei padri del World Wide Web e della sua filosofia aperta, in merito al Datagate, lo scandalo legato all’agenzia NSA americana e al programma Prism che ha visto coinvolti colossi del web e della telefonia.
”Nel corso degli ultimi due decenni il web è diventato parte integrante delle nostre vite. Una traccia di come lo usiamo può rivelare cose molto intime e personali. Un magazzino di queste informazioni per ogni persona costituisce una grande responsabilità: di chi ti fideresti per decidere a chi dare accesso, o per mantenerlo sicuro?”, questo l’interrogativo che Berners-Lee pone al Financial Times che lo ha interpellato sulla vicenda.
Il guru del web, infine, incalza gli utenti della Rete a chiedere una migliore protezione legale e salvaguardia della privacy riguardo le comunicazioni online, ”incluso il diritto di essere informati quando qualcuno richiede o immagazzina i propri dati”.
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